“(…) essi “vogliono” l’abolizione dello stato “da oggi a domani” (Engels, Antidühring) senza rendersi conto che non si realizzerà il comunismo sopprimendo lo Stato, e che, al contrario, sarà il comunismo a determinarne la progressiva scomparsa. Rimprovero – quest’ultimo – che Marx ed Engels continueranno sempre a rivolgere a Bakunin e agli anarchici. “Come teorico Bakunin non esiste” (Marx, Lettera a Bolte, 1871). Secondo Engels “Bakunin pretende che lo Stato abbia creato il capitale e che il capitalista detenga il suo capitale solo grazie allo Stato” (Lettera a F. Cuno, 1872). “Di conseguenza, poiché secondo lui il male maggiore è lo Stato si dovrebbe innanzitutto sopprimere quest’ultimo, e così anche il capitale andrebbe in malora” (Ibid.). Per Marx ed Engels questo non è altro che un grossolano errore di analisi ed è soltanto una pura “inversione” dello “spirito politico” dei democratici: in entrambi i casi lo Stato è considerato come realtà costitutiva della società economica. Ma questo errore teorico ingenera gravi conseguenze pratiche.” [Jean Touchard, Storia del pensiero politico, 1967]