“Per dimostrare che il salario reale diminuisce ininterrottamente, si cita spesso quel passo dell’articolo di Lenin, ‘L’impoverimento della società capitalistica’ in cui si constata che “l’operaio subisce un impoverimento ‘assoluto’, vale a dire diviene direttamente più povero di prima, è costretto a vivere peggio, a nutrirsi più scarsamente, a soffrire di più l’inedia, ad alloggiare in cantine e soffitte” (Opere, vol. 18, IV edizione russa, pag 405). Questa conclusione fu ricavata dall’analisi della situazione della classe operaia in Germania in un determinato periodo. I fatti riportati da Lenin dimostrano interamente il processo di impoverimento assoluto della classe operaia e da questi dati non si potrebbe trarre una conclusione diversa. Ma Lenin non ha detto che il salario reale deve obbligatoriamente cadere in tutti i paesi, in tutte le epoche di anno in anno. In quell’articolo Lenin formula una tesi molto importante: “Il carovita aumenta. Le retribuzioni degli operai, ‘persino’ quando la lotta degli scioperi è la più accanita e ha il ‘maggiore’ successo per gli operai, crescono molto più lentamente delle spese necessarie della forza-lavoro” (ivi). Ne consegue che Lenin sottolinea, in primo luogo, lo specifico carovita provocato dall’imperialismo, il che non si deve dimenticare quando si analizza la dinamica del salario nell’epoca contemporanea e, in secondo luogo, l’aumento delle spese necessarie della famiglia operaia, in seguito non solo al variare dei prezzi, ma anche del tenore di vita tradizionale, in seguito all’aumento del valore della forza-lavoro. Nel medesimo tempo Lenin sottolinea che l’aumento del salario non procede di pari passo con l’ascesa del valore della forza-lavoro. E questo è possibile tanto con la caduta quanto con l’aumento del salario reale, verificandosi però una ascesa ancora più forte del valore della forza-lavoro. Il valore della forza-lavoro varia storicamente e il salario reale in pratica non coincide con la grandezza del valore della forza-lavoro e, di regola, sta al disotto di essa. Quindi, per chiarire giustamente la situazione economica della classe operaia è necessario analizzare la dinamica del salario reale tenendo conto delle variazioni che si verificano nel valore della forza-lavoro. Marx ha respinto categoricamente il tentativo di considerare le variazioni del salario indipendentemente dalle precedenti variazioni nella riproduzione della forza-lavoro. Egli ha scritto: “…Se prendete in considerazione solo i mutamenti dei salari, trascurando tutti gli altri mutamenti dai quali essi derivano, partite da una premessa falsa per arrivare a false conclusioni” (K. Marx, Salario, prezzo e profitto, p. 70).” [A. Arzumanian, La teoria dell’impoverimento assoluto. La nostra dottrina, Rinascita, N° 10 ottobre 1956]