“Nella definizione di classe Marx arriva in questo testo [Il 18 Brumaio di Luigi Bonaparte, BRU] ad una specificazione migliore rispetto a ‘L’Ideologia tedesca’, purtroppo solo in rapporto ai contadini. Infatti, uno dei problemi che lo assillano di più, è la necessità di capire come mai la classe secondo lui più vessata da Luigi Bonaparte sia quella che continua a votarlo. In questo modo è portato ad entrare nel merito del rapporto tra modo di vita e modo di produzione della classe dei contadini: “Nella misura in cui milioni di famiglie vivono in condizioni economiche tali che distinguono il loro modo di vita, i loro interessi e la loro cultura da quelli di altre classi e li contrappongono ad esse in modo ostile, esse formano una classe” (BRU pp. 208-209). Marx connette in questa proposizione i due aspetti della sua concezione di classe, cioè come similitudine tra gli interessi nel momento in cui vengono contrapposti a quelli di altri individui; ma il suo scopo principale è di mostrare come il loro specifico modo di lavorare (che Marx non pone poi in relazione rispetto a quello propriamente borghese basato sulla cooperazione nella fabbrica) produce la loro caratteristica sociale specifica: l’isolamento, dato dalla loro dispersione sul territorio e dalla mancanza di una sviluppata divisione del lavoro tra di loro. Secondo Marx è questo particolare modo di lavorare che, diventando costitutivo anche della loro psicologia, li induce a votare Luigi Bonaparte: “Il loro rappresentante deve apparire loro come il loro padrone, come un’autorità che si impone loro” (BRU, p. 209). L’aspetto più interessante è la connessione che Marx istituisce tra il concetto di classe, l’esistenza di rapporti più continui tra gli individui e la collettività della rappresentanza politica, di un partito piuttosto che di un singolo. Un rapporto continuo tra contadini non è possibile a causa delle loro condizioni di lavoro; essi quindi non sono una vera e propria classe. “Ma nella misura in cui tra i piccoli proprietari esistono soltanto legami locali e la identità dei loro interessi non crea tra di loro una comunità, una unione politica, essi non costituiscono una classe” (BRU, p. 209). Torna in mente, a questo proposito, la differenza tra il concetto di forma di relazioni della società civile caratteristica del capitalismo esposta ne ‘L’ideologia tedesca’. La forma di relazioni dei contadini non è il lavoro salariato ma ciò significherebbe che essi non appartengono propriamente al modo di produzione capitalistico, ed in effetti, Marx non li considera neanche una vera e propria classe, infatti queste formazioni sociali sono caratteristiche del modo di produzione borghese, sono differenti rispetto a quelle rilevabili nei modi di produzione passati. Marx non trae nessuna conseguenza nel rapporto tra la borghesia e i contadini, si limita a notare la particolarità di questo insieme disgregato di individui orientandolo alla comprensione della loro preferenza per un uomo anziché per un partito. (…) Identità di interessi, legami comuni, antagonismo sociale e rappresentanza politica collettiva sono le caratteristiche che specificano il concetto di classe (…)” [Giovanni Libretti, “L’articolazione integrativa del materialismo storico nei testi storici di Marx e di Engels”, Milano, 1996]