“Blanqui sottolinea: “Lo Stato è il gendarme dei ricchi contro i poveri. Bisogna dunque fabbricare un altro Stato che sia la gendarmeria dei poveri contro i ricchi”. Per Blanqui era indispensabile strappare il potere alla borghesia. Quest’idea fondamentale, istintiva, ma perfettamente giustificata domina la vita di Blanqui: ma i principi in cui essa si esprimeva erano contenuti  in una concezione meno giusta, quella della “dittatura parigina”. Federico Engels nella sua prefazione del 1891 alla ‘Guerra civile in Francia’ caratterizza così l’idea dei blanquisti: “…essi partivano dall’idea che un numero relativamente piccolo di uomini risoluti e bene organizzati fosse in grado, in un dato momento favorevole, non solo di impadronirsi del potere, ma anche di mantenerlo, spiegando una grande energia, priva d’ogni riguardo, fino a che fosse loro riuscito di trascinare la massa del popolo nella rivoluzione e di raggrupparla intorno alla piccola schiera dei dirigenti. Per questo occorreva prima di tutto l’accentramento più rigoroso, dittatoriale, di ogni potere nelle mani del nuovo governo rivoluzionario”.” [André Marty, La vera immagine di un grande rivoluzionario: Augusto Blanqui, Rinascita, Roma, N° 11 novembre 1951]