“La società capitalistica sarà distrutta dalla sua stessa contraddizione interna: dalla contraddizione nella quale le forze produttive che essa avrà cercato di sviluppare allo scopo di raggiungere il massimo incremento del capitale, entreranno in conflitto con questo scopo e perciò infrangeranno l’involucro capitalistico, consentendo l’espriopriazione degli espropriatori. “La produzione capitalistica, dice Marx (Cap., I, 24, § 7), genera essa stessa la propria negazione con la fatalità che presiede ai fenomeni della natura”.” [Nicola Abbagnano, Storia della filosofia. Volume secondo, parte seconda. Filosofia del romanticismo. Filosofia contemporanea, 1950]