“”Ma quando il funzionario accusa il privato di elevare i propri interessi a interessi di Stato, il privato rinfaccia al funzionario di porre l’interesse dello Stato al di sotto del suo interesse privato, al di sotto di un interesse da cui tutti gli altri sono esclusi come profani, per modo che anche la realtà più evidente risulta per lui illusoria di fronte alla realtà presentata negli atti, e quindi ufficiale, anzi statale, e la stessa valutazione estende all’intelligenza che a quella realtà si appoggia. In conclusione, solo la cerchia di azione dell’autorità gli pare costituire lo Stato, e per contro il mondo esterno a questa cerchia di azione gli appare come oggetto dello Stato, privo di ogni senso e finalità pubblica”. Come si vede, l’analisi della burocrazia assume, nello sviluppo delle idee politiche di Marx, un’importanza molto maggiore di quanto sembri a prima vista, perché serve a mettergli in crisi la concezione, malgrado tutto ottimistica, dello Stato etico come organismo immediatamente coincidente con l’interesse pubblico. Qui lo Stato è diventato già rappresentante dell'”interesse privato” della burocrazia”. [Mario Rossi, Marx e la dialettica hegeliana. II. La genesi del materialismo storico, 1963] [Cap. Il periodo hegeliano di Marx e di Engels]
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- Articolo pubblicato:9 Gennaio 2012