“Vi è perciò il rischio che, in base a un gioco di parole epistemologico facilitato dall’uso equivoco del concetto di ‘psicologia’ sociale, si finisca per cercare un ‘supporto psicologico generale’ a tali realtà sociali, senza comprendere che queste non hanno una forma psicologica, e cioè il rischio di cadere nella finzione dell’individuo in genere, dello psichismo collettivo, della natura umana socializzata. Marx ha già smontato il meccanismo di questa illusione nell’ ‘Ideologia tedesca’: ‘Le rappresentazioni e le idee degli uomini, separate dalle cose reali, devono naturalmente avere alla loro base non gli individui reali, ma l’individuo della rappresentazione filosofica, l’individuo separato dalla sua realtà, puramente pensato, “l’uomo” come tale, il concetto “dell’uomo””. [Seve Lucien, Marxismo e teoria della personalità. Proposte per una psicologia concreta, 1973]