“In un’altra pagina, Lenin esamina una la lettera del marzo 1873 di Engels a Bebel (1), pubblicata nella autobiografia di Bebel nel 1911, e la definisce di «una importanza straordinariamente grande» sul problema dello Stato. La fissa in otto punti che avremo occasione di riprendere. Per ora vediamo il commento: «Di solito i concetti “libertà” e “democrazia vengono considerati identici e vengono spesso usati l’uno in sostituzione dell’altro. Molto spesso i marxisti volgari (Kautsky, Plekhanov ec. alla loro testa) ragionano proprio così. In realtà la democrazia esclude la libertà. La dialettica (il processo) di sviluppo è il seguente: dall’assolutismo alla democrazia borghese; dalla democrazia borghese a quella proletaria; da quella proletaria alla scomparsa della democrazia». In questa dialettica di sviluppo delle forme politiche delle lotte tra le classi, Lenin tira la conclusione della restaurata lezione di Marx e di Engels sulla «forma politica finalmente scoperta» nella dinamica della rivoluzione proletaria. La democrazia esclude la libertà; la tendenza verso il comunismo, che è la tendenza alla libertà, non può che far scomparire la democrazia. I marxisti volgari, che identificano libertà e democrazia, diventano socialimperialisti. È inevitabile come è inevitabile il processo di sviluppo delle forme politiche. I marxisti coerenti, che identificano libertà e comunismo, con la stessa coerenza continuano la lotta contro il capitalismo divenuto imperialista” [Arrigo Cervetto, ‘La forma politica finalmente scoperta’, Lotta comunista; febbraio 1981, in ‘L’involucro politico, in ‘Opere’, vol. 1, ‘Scritti teorici’] [(in) ‘1871. La Comune di Parigi. 150 anni. I militanti del consiglio della comune’, Edizioni Lotta Comunista, Milano, 2021, a cura di Mirella Mancini e Emilio Gianni] [(1) v. ‘Una lettera a Bebel, paragrafo 3 cap. IV, in V.I. Lenin, ‘Stato e rivoluzione’, Ed. Riun., 1968, p. 131-136, ndr] [Lenin-Bibliographical-Materials] [LBM*]