“I sansimoniani hanno previsto lo sviluppo dell’economia mondiale, ma non la lotta di classe. Alla loro partecipazione alle imprese industriali e commerciali verso la metà del secolo si accompagna il loro imbarazzo nelle questioni riguardanti il proletariato. Le esposizioni mondiali trasfigurano il valore di scambio delle merci; creano un ambito in cui il loro valore d’uso passa in secondo piano; inaugurano una fantasmagoria in cui l’uomo entra per lasciarsi distrarre. L’industria dei divertimenti gli facilita questo compito, sollevandolo all’altezza della merce. Egli si abbandona alle sue manipolazioni, godendo della propria estraniazione da sé e dagli altri. L’intronizzazione della merce e l’aureola di distrazione che la circonda è il tema segreto dell’arte di Grandville. A ciò corrisponde il dissidio fra l’elemento utopistico e l’elemento cinico di essa. Le sue arguzie nella rappresentazione degli oggetti morti corrispondono a ciò che Marx chiama i “capricci teologici” della merce. Essi si depositano chiaramente nella ‘spécialité’ – una qualifica o etichetta che sorge in questo periodo nell’industria del lusso (…)”. (pag 145-146)  [Walter Benjamin, Angelus Novus. Saggi e frammenti’, 1962]