“L’elemento negativo in Hegel è sempre la scissione dell’unità. In ogni autore bisogna sempre cercare quali sono i valori di fondo. Il valore di fondo positivo di Hegel è il tutto, la totalità, l’unità. Tutto ciò che scinde, che separa, che lacera, che divide è negativo. I momenti negativi della storia sono i momenti in cui si introduce la spaccatura e certamente l’Impero è il periodo della massima dissoluzione dello stato in tanti atomi che sono gli individui, che hanno tra loro dei rapporti di diritto privato, ma non esiste più l’organizzazione, la costituzione. Questo è il disegno generale della storia nella filosofia di Hegel. Per arrivare alla Rivoluzione francese, non è che qui, nelle ‘Lezioni sulla filosofia della storia’, dica cose diverse da quelle che avete già sentito a proposito della ‘Fenomenologia dello spirito’. Da mettere in rilievo è soprattutto che la Rivoluzione francese è il risultato dell’Illuminismo. Questo è un punto acquisito, anche oggi. La Rivoluzione francese è il prodotto della lotta degli intellettuali, dei ‘philosophes’ francesi contro le superstizioni, contro le religioni positive, in difesa della ragione. L’Illuminismo come razionalismo, ma razionalismo astratto, e questa appunto è uno delle ragioni della sua sconfitta. Hegel ha delle espressioni che vengono spesso ripetute per indicare questo rapporto tra il pensiero e l’azione: «Se dunque l’Illuminismo non procede fino al contenuto oggettivo della ragione, tuttavia per mezzo di esso il pensiero fu insediato sul trono» (8). E subito dopo, proprio iniziando il capitolo intitolato «La rivoluzione francese e le sue conseguenze», scrive: «La rivoluzione francese ha avuto la sua genesi e il suo inizio nel pensiero [questo è il punto che contraddistingue la Rivoluzione francese]. (…) Il supremo principio, che il pensiero può trovare, è quello della libertà del volere» (9). Ancora un’altra espressione: «Il pensiero, il concetto del diritto si fece d’altronde valere tutto in una volta, e la vecchia impalcatura dell’ingiustizia non poté minimamente resistere ad esso» (10). E poi c’è quella famosa frase che dice: «Da che il sole splende sul firmamento e i pianeti girano intorno ad esso, non si era ancora scorto che l’uomo si basa sulla testa, cioè sul pensiero, e costruisce la realtà conformemente ad esso» (11). È quella famosa frase che poi ha permesso il rovesciamento da parte di Marx: Hegel ha messo l’uomo sulla testa, e si dice che Marx ha capovolto la posizione di Hegel, perché ha rimesso l’uomo sui piedi. «Metterlo sui piedi» per Marx vuol dire che bisogna guardare quali sono le condizioni economiche, le forme di produzione, perché è lì che l’uomo si forma nei suoi bisogni concreti. Hegel l’aveva posto sulla testa. Ed è proprio su questo punto, quando dice che finalmente l’uomo si basa sulla testa, è qui che scrive: «Questa fu una splendida aurora. (…) Dominò in quel tempo una nobile commozione, il mondo fu percorso e agitato da un entusiasmo dello spirito, come se allora fosse finalmente avvenuta la vera conciliazione del divino col mondo» (11). «Entusiasmo» è la parola che aveva usato lo stesso Kant” (pag 352-353) [Norberto Bobbio, ‘Mutamento politico e rivoluzione. Lezioni di filosofia politica’, Donzelli editore, Roma, 2021; Lezione 37. Hegel e la rivoluzione] [(8) Hegel, ‘Lezioni sulla filosofia della storia, cit., IV, p. 197; (9) Hegel, ‘Lezioni sulla filosofia della storia, cit., IV, p. 197; (10) Ibid., p. 205; (11) Ibid.]