“Un tono ancor più severo assumeva il giudizio di Ferrari, il quale diversamente da Marx che scorgeva in Dante quella «sottile genialità italiana» rintracciabile anche in Machiavelli (38), rimproverava al poeta di essere «l’uomo della reazione imperiale». Quanta differenza da Machiavelli! «Tutto è contrasto nei due geni di Firenze: mentre Dante avrebbe voluto restaurare l’Impero, Machiavelli avrebbe voluto compiere il risorgimento, mentre l’uno stava «per diritto», l’altro «per il successo» (39). Per chi, come lo scrittore milanese, lotta per il trionfo dell’ ‘irreligione’ e della ‘legge agraria’, «la poesia di Dante è la maledizione d’Italia», è «male» ciò che egli chiamava «bene» e il poeta è il nemico «più violento» di coloro che combattono per l’unità della Penisola (40). Ad unire l’Italia non sarebbe stato certo l’imperatore: «Nessuno – afferma – vorrà imitare Dante, che chiamava Alberto Tedesco per fare una l’Italia» (41). Bisognerà attendere Machiavelli perché si cessi di voler tornare, come l’ ‘altro’ Fiorentino, ai tempi di Carlo Magno e si affidi invece, «ad un Borgia» l’opera di realizzare il disegno unitario (42)” [(38) K. Marx, La situazione in Prussia’, in ‘New York Daily Tribune’, 15 ottobre 1860, ora in K. Marx – F. Engels, ‘Sul Risorgimento italiano’, a cura di A. Ragionieri, Roma, Editori Riuniti, 1979, p. 390; (39) Giuseppe Ferrari, Machiavel juge des révolutiosn de nôtre temps’, Paris, Joubert, 1849, trad. it. ‘Machiavelli giudice delle rivoluzioni dei nostri tempi’, in ‘Scritti politici’, a cura di S. Rota Ghibaudi, Torino, Utet, 1973, p. 198; (40) Ivi, p. 222; (41) G. Ferrari, ‘La federazione repubblicana’, Londra, 1851, in ‘Scritti politici’, a cura di S. Rota Ghibaudi, Torino, Utet, 1973, p. 198; (42) Ivi, p. 340] [Gabriele Carletti, ‘Dante politico. La felicità terrena secondo il Pontefice, il Filosofo, l’Imperatore’, ESA, Edizioni Scientifiche Abruzzesi, Pescara, 2006]
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- Articolo pubblicato:4 Novembre 2024