“È ancora calzante (…), oggi, nell’epoca delle «nuove tecniche», dell’ automazione, di quella che qualcuno ha voluto definire come la «seconda rivoluzione industriale», il giudizio che Engels dava sulla situazione italiana più di sessant’anni fa, quando scriveva nella famosa sua lettera a Turati del 26 gennaio 1894 che la borghesia italiana «incapace di far partecipare il paese ai relativi e temporanei vantaggi del regime capitalista… gliene impose tutti i carichi, tutti gli inconvenienti». E calzante è tuttora il giudizio di Marx, che Engels ricordava in quella lettera: «Noi siamo afflitti, come tutto l’occidente continentale europeo, e dallo sviluppo della produzione capitalista, e ancora dalla mancanza di questo sviluppo. Oltre i mali dell’epoca presente abbiamo a sopportare una lunga serie di mali ereditari, derivanti dalla vegetazione continua dei modi di produzione che hanno vissuto, con la conseguenza dei rapporti politici e sociali ‘anacronistici’ che essi producono. Abbiamo a soffrire non solo dai vivi ma anche dai morti. ‘Le mort saisit le vif’» (2)” (pag 174) [Alberto Cecchi, ‘Una nuova unità per salvare Firenze. Il dramma della “Galileo” e il destino di una città’, Rinascita, Roma, n. 3, marzo 1959] [(2) Tanto le parole di Engels quanto quelle di Marx sono riferite qui nella traduzione italiana fattane dallo stesso Turati nel 1894, per la pubblicazione della sua ‘Critica Sociale’. Vedi in proposito il 1. volume degli ‘Annali’ dell’Istituto G. Feltrinelli, di recente pubblicazione]
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- Articolo pubblicato:27 Agosto 2024