“Aristotele, esaminando i risultati dell’usura, segnala un fatto che gli sembra di straordinaria importanza: il capitalista aumenta in modo indefinito il suo denaro e ciò è, a suo avviso, contro natura. K. Marx cita questa profonda analisi e la completa (2). «L’ultimo termine di ciascun ciclo D-M-D comprare per vendere, è il primo termine di una nuova circolazione dello stesso tipo. La circolazione del denaro come capitale ha il suo fine in se stesso; per questo movimento sempre rinnovato il valore continua a farsi valore. Il rendimento del capitale non ha dunque limiti». Questo ragionamento è veramente acuto; non ci si occupa di cercare sotto quali influenze i contraenti operino; quali siano le linee direttrici del loro pensiero; in una parola, tutto l’apparato psicologico scompare. Si prende in esame una relazione, che non comporta alcun fenomeno individuale, quella dell’usura e del capitale, e ci si domanda che cosa questa sia razionalmente. Per risolvere il problema non abbiamo bisogno di far intervenire gli uomini con le loro passioni, le loro situazioni particolari; dobbiamo solo immaginare un supporto meccanico, che produca l’effetto primitivo sul quale ragioniamo. L’argomentazione di Aristotele, completata da K. Marx, è irrefutabile, perché il supporto è perfettamente appropriato alla natura della relazione” (pag 155-156) [Georges Sorel, ‘Scritti politici e filosofici’, Einaudi, Torino, 1975] [(2) ‘Capital’, trad. franc., p. 63; cfr. trad. it. di D. Cantimori, Roma, 1956, vol. I, I, p: 163]