“Pisacane affronta lo studio degli “economisti” e dei “socialisti” senza una bagaglio di precise conoscenze tecniche sull’economia; dalla lettura dell’opera sismondiana egli ricava una visione complessiva delle tendenze della società moderna non però la specificità della teorizzazione sismondiana sul “valore”. Si spiega in questo modo il carattere schematico che assumono i giudizi e le valutazioni di Pisacane sulla società capitalistica. Ci troviamo di fronte nel ‘Saggio su la rivoluzione’ alla riproposizione di enunciazioni mutuate dai ‘Nouveaux principes’ e dagli ‘Études sur l’économie politique’: mentre però tali enunciazioni erano sorrette nell’opera sismondiana dalla teorizzazione dell’opposizione tra «valore d’uso» e «valore di scambio» come connotato tipico della «merce» nella produzione capitalistica (cfr. K. Marx, Miseria della filosofia, Roma, 1968 (1)), questo aspetto è completamente trascurato da Pisacane” (pag 228-229) [(1) “Sismondi ha basato sull’opposizione tra valore d’uso e valore di scambio la sua principale teoria, secondo la quale la diminuzione del reddito è proporzionale all’aumento della produzione (pag 229)] [Cesare Vetter, ‘Blanc, Sismondi, Proudhon e le fonti del pensiero economico di Carlo Pisacane’, Ricerche Storiche, Rivista semestrale del Centro piombinese di studi storici, Clusf, Cooperativa editrice, Firenze, n. 1, gennaio-giugno, 1977, pag 197-247]