“Questa «grande idea fondamentale» – come dirà Lenin – dell’unione dell’istruzione col lavoro produttivo, assunta ormai come parte integrante di un programma comunista subito sottolineato dallo scoppio della rivoluzione (che, se non agevolò la diffusione del ‘Manifesto’, doveva però fare dello «spettro» comunista una vitalissima realtà del mondo moderno), sarà ormai un punto fermo della pedagogia marxista. Circa vent’anni dopo essa sarà non solo accolta, ma anche arricchita e argomentata con più profonda conoscenza della realtà economico-sociale in un altro documento politico fondamentale: le ‘Istruzioni’ che, all’inizio del settembre del 1866, Marx rilascerà ai delegati del Comitato provvisorio londinese al I Congresso dell’Associazione internazionale dei lavoratori, a Ginevra. E queste ‘Istruzioni’ sono, come vedremo, indissociabili dalla contemporanea elaborazione del ‘Capitale’. In esse (12) Marx, definita progressiva e giusta, nonostante il modo orribile in cui viene attuata, la tendenza dell’industria moderna a far collaborare nella produzione fanciulli e adolescenti dei due sessi, e ribadita la tesi che a partire dai nove anni ‘ogni’ fanciullo deve diventare un operaio produttivo e ‘ogni’ adulto deve, secondo la legge generale della natura, «lavorare non soltanto col cervello, ma anche con le mani», propone di suddividere i fanciulli, ai fini del lavoro in tre classi o gruppi – dai 9 ai 12, dai 13 ai 15 e dai 16 ai 17 anni – con orari giornalieri rispettivamente di 2, 4 e 6 ore (…). Infine il suo discorso trapassa per la prima volta in una vera e propria definizione del contenuto pedagogico dell’istruzione socialista: «Per istruzione noi intendiamo tre cose: Prima: formazione spirituale; Seconda: educazione fisica, quale viene impartita nelle scuole di ginnastica e attraverso gli esercizi militari; Terza: istruzione politecnica, che trasmetta i fondamenti scientifici generali di tutti i processi di produzione, e che contemporaneamente introduca il fanciullo e l’adolescente nell’uso pratico e nella capacità di maneggiare gli strumenti elementari di tutti i mestieri. Con la suddivisione dei fanciulli e degli adolescenti dai 9 ai 17 anni in tre classi, dovrebbe essere collegato un programma graduale e progressivo di istruzione spirituale, ginnica e politecnica …. L’unione di lavoro produttivo remunerato, formazione spirituale, esercizio fisico e addestramento politecnico innalzerà la classe operaia al di sopra delle classi superiori e medie». (…) Alla lettura di questo testo dobbiamo immediatamente associare quella di un altro testo fondamentale di Marx, il ‘Capitale'” (pag 30-32) [(12) K. Marx – F. Engels, ‘Instruktionen für die Delegierten des Provisorischen Zentralrates zu den einzelnen Fragen’, in ‘Werke’, Berlin, 1962, vol. 16, pp. 192-195] [Mario Alighiero Manacorda, ‘Esiste una pedagogia marxiana?’, ‘Critica marxista’, n. 4, luglio-agosto 1966 (pag 21-41)]