“Scrivendo a Friedrich Engels da Roma già il 28 ottobre 1892, Labriola sosteneva che in Italia «Il radicalismo è quasi del tutto esautorato. Non ci sono più partiti, e tutto s’inchina al governo esistente o a quello che verrà. In uno e medesimo collegio ci sono due, tre candidati ministeriali. Le influenze, le raccomandazioni, i voti si negoziano sfacciatamente. Oltre il governo e suoi agenti, oltre le banche, le ferrovie e le società di navigazione, oltre le camorre e la Massoneria, ci sono i proconsoli (P.E. Crispi, Zanardelli, ecc.) sussidiatori o sussidiati di tutte quelle altre belle cose». Il dato più scandaloso, secondo Labriola, è che non vi sia «in tutto ciò nulla di ipocrita o di misterioso. Tutto si sa e tutto si confessa sfacciatamente». Era, infatti, noto a tutti che l’appoggio di Crispi al ministero era condizionato al rinnovo della convenzione con la società generale di navigazione Florio, situata a Palermo, che ricambiava Crispi con quella che oggi si chiamerebbe una tangente di 50.000 Lire all’anno, distribuita fra una cinquantina di deputati. Continua Labriola: «Tutto il mondo sa che la Banca Romana è un ammasso di cambiali inesigibili e di conti correnti che non corrono. In questo morbo universale di corruzione rimangono travolti repubblicani e socialisti (…)». Un Labriola amareggiato per la connotazione negativa assunta dalla parola ‘socialista’ precisa, infine, che «in tutte queste cose i proletari non entrano per la semplice ragione che essi non sono in ballo e non ne sanno nulla. Ma tutte queste cose risapute da tutti, gettano il discredito sul socialismo, rendono sospetto il nome di socialista ed aumentano il sentimento di disgusto e di scetticismo» (6)” (pag 126-127) [Pasquale Guaragnella, ‘Politica e umorismo. In margine alle lettere di Antonio Labriola a Engels] [(in) Luigi Punzo, a cura, ‘Antonio Labriola. Celebrazioni del centenario della morte. Atti del Convegno di studi, Cassino 7-8-9 ottobre 2004. Volume I. Parte I. L’opera di Labriola’, Edizioni dell’Università degli Studi di Cassino, 2006] [(6) A. Labriola, ‘Carteggio’, III, 1890-1895, S. Miccolis [cur.], Napoli 2003, nr. 1247, 268-271]