“L’esame più disteso di questi eventi [la Rivoluzione francese e il Terrore, ndr] si trova nella «Sacra Famiglia», scritta in collaborazione da Marx ed Engels tra il 1844 e il 1845. (…) In sintesi sono due gli aspetti di quel lungo periodo che ricevono un giudizio esplicitamente positivo: l’emergere della società borghese dagli intralci delle antiche sovrastrutture feudali, culminato col Direttorio; e l’annuncio al mondo della buona novella col sorgere, dalla critica dei limiti della società borghese trionfante, dell’idea comunista ad opera dei Leclerc, dei Roux, dei Babeuf. Questi non potevano in nessun caso prevalere, erano condannati al martirio, perché troppo in anticipo sui tempi: le condizioni necessarie al successo del comunismo dovevano attendere, per giungere a maturità, il pieno sviluppo della società borghese. E in quanto nemici di questa, sia il Terrore che il Direttorio non li risparmiarono. Leclerc e Roux caddero infatti sotto i colpi del primo (16), Babeuf sotto quelli del secondo. Ma l’idea da loro lanciata sopravvisse alla sconfitta, e penetrata di nuovo in Francia dopo il 1830 grazie all’amico di Babeuf, Buonarroti, andò a costituire, «conseguentemente elaborata», il programma politico di «una nuova situazione del mondo», cioè di una società comunista, ormai maturata nelle cose stesse (17). Del tutto diverso è invece il giudizio che Marx ed Engels danno del fallimento del Terrore. Esso fu travolto non perché le idee di Robespierre e Saint-Just fossero troppo avanzate rispetto alla situazione reale; al contrario, esse peccavano d’utopismo reazionario. Facendo leva sulla capacità coercitiva dell’apparato statale, i giacobini pretendevano infatti di imporre alla rigogliose forze della società borghese, che cominciavano appena a potersi svolgere senza intralci, la camicia di Nesso di un ideale astratto, quello della «comunità antica», quale l’avevano conosciuta a Roma e le città greche, senza tenere conto tra l’altro che la libertà degli antichi «poggiava sulla schiavitù»” (pag 854-855) [Domenico Settembrini, ‘Le due teorie della rivoluzione in Engels e Marx’, Rivista Storica Italiana, ESI, Napoli, 1971] [(16) Su Leclerc e Roux e sulla loro funzione di oppositori e vittime nel periodo del Terrore si veda: A. Mathiez, ‘Carovita e lotte sociali sotto il Terrore’, Torino, 1949, passim; (17) Engels-Marx, La Sacra Famiglia, a cura di A. Zanardo, Roma 1967, pp. 155-156. La parte dell’opera che qui prendiamo in considerazione fu redatta dal solo Marx (…)]