“Il problema dell’organizzazione ed il problema, riflesso, dei funzionari sono stati ampiamente sviscerati e non servirebbe agli scopi della nostra analisi odierna, soffermarsi sulle diverse polemiche, sulle situazioni politiche in cui esse si collocavano: basterà qui ricordare, a grandi linee, come l’organizzazione di un partito operaio rispecchiando in nuce l’organizzazione dello Stato socialista, la discussione [sull’organizzazione] avesse sempre un grande valore teorico per i marxisti. Non per caso Lenin dedica ad essa la sua attenzione, giudicando la polemica di Kautsky con Pannekoek, e polemizzando egli stesso con Kautsky (in ciò ampiamente riferendosi alle note osservazioni di Marx ed Engels sulla Comune). E, giacché ci siamo, varrà ricordare come in questa occasione Lenin, partendo dalla premessa che «la rivoluzione non deve consistere nel fatto che la nuova classe comandi o governi per mezzo della ‘vecchia’ macchina dello Stato, ma che, dopo averla spezzata, comandi e governi per mezzo di una macchina ‘nuova’» (1), passi a confutare le posizioni kautskiane fornendo alcune indicazioni che possiamo rileggere attentamente. «Non facciamo a meno dei funzionari ‘in regime capitalistico, sotto il dominio della borghesia’. Il proletariato è oppresso e le masse lavoratrici sono asservite dal capitalismo. In regime capitalistico, la democrazia è ristretta, compressa, monca, mutilata da tutto l’ambiente creato dalla schiavitù del salario, dalla povertà e dalla miseria delle masse. Per questa ragione – ed è questa la sola – nelle nostre organizzazioni politiche e sindacali i funzionari sono corrotti (o, più esattamente hanno tendenza ad esserlo) dall’ambiente capitalistico e manifestano l’inclinazione a trasformarsi in burocrati, cioè in persone privilegiate, staccate dalle masse e poste al di sopra di esse. Qui è l’essenza del burocratismo e fino a quando i capitalisti non saranno stati espropriati, fino a quando la borghesia non sarà stata rovesciata, una certa burocratizzazione degli stessi funzionari del proletariato è inevitabile. Secondo Kautsky risulta quindi che, poiché vi saranno impiegati eletti, vuol dire che anche in regime socialista ci saranno dei funzionari, ci sarà la burocrazia! Ma è precisamente ciò che è falso. Servendosi appunto dell’esempio della Comune, Marx dimostrò che i detentori di funzioni pubbliche cessano, in regime socialista, di essere dei «burocrati», dei «funzionari» man mano che, oltre alla eleggibilità, se ne stabilisce la revocabilità in ogni momento, man mano che inoltre si riduce il loro stipendio al salario medio di un operaio e ‘per di più’ si sostituiscono le istituzioni parlamentari con istituzioni di «lavoro, cioè legislative ed esecutive nello stesso tempo» (2). Il lettore ci perdonerà questa citazione che riteniamo estremamente significativa nell’economia di questo nostro «contributo» odierno, anche perché essa serve a superare certe precedenti polemiche (Bernstein e la democrazia «primitiva» contrapposta al «democraticismo dottrinario») che vanno, comunque, a nostro avviso, collocate pure esattamente nell’ambiente e nel momento storico in cui ebbero a verificarsi, se si voglia evitare il pericolo di una rigidità di posizioni che mal si concilia con il marxismo. Pertanto giusto ci sembra sottolineare come la medesima concezione leninista del partito vada inquadrata nelle esigenze del periodo storico (in questo senso possiamo anche accettare la validità delle repliche leniniste alla Luxemburg, ma non certo possiamo sostenere una identità tra i «rivoluzionari di professione» di Lenin ed i burocrati di Stalin) e non abbia ad essere indiscriminatamente intesa valida per chiunque e per dovunque (3)” [Piero Ardenti, ‘Partito ed apparato: contributo ad una discussione’, ‘Problemi del socialismo’, Milano, n. 8 agosto 1958] [(1) Lenin, ‘La polemica di Kautsky con Pannekoek’ in ‘Stato e Rivoluzione; (2) Lenin, op. cit.; (3) Per quanto riguarda la polemica Lenin-Luxemburg sembra a me che si possano condividere i punti-base del giudizio espresso dal Lúkacs nel suo saggio “Osservazioni critiche sulla ‘Critica della Rivoluzione’ di Rosa Luxemburg”] [Lenin-Bibliographical-Materials] [LBM*]