“Il capitalismo italiano, dunque, tenta – sia pure in ritardo – di realizzare, sul piano della struttura dell’occupazione, una operazione politica, quasi analoga a quella riuscita al capitalismo americano. Vengono messi in moto importanti meccanismi di divisione della classe operaia, una parte della quale viene emarginata dal settore produttivo principale, verso i settori e le aree periferiche, meno stabili e remunerative. Questo momento dell’intera operazione ottiene un certo successo: nonostante l’assenza, nella situazione italiana, di un proletariato di colore, i processi di emarginazione vengono appoggiati sui criteri altrettanto «naturali» o «oggettivi» dell’età, del sesso e, non ultimo del livello di istruzione posseduto dalla forza lavoro. L’incremento della sovrappopolazione stagnante (…) fornisce la base materiale per la ripresa dello sfruttamento operaio nei settori e nelle aree periferiche; questo avviene spesso ‘in forme nuove’, che meriterebbero di essere indagate, ma sulle quali non si dispone, effettivamente, di sufficienti elementi di conoscenza (37)”. [Massimo Paci, ‘Istruzione e mercato capitalistico del lavoro’, ‘Quaderni storici’, Ancona, 1. 1973] [(37) Vedi, ad esempio, la ripresa del fenomeno del lavoro a domicilio in Lombardia, quale risulta dalla indagine condotta da L. Frey, ‘Il lavoro a domicilio in Lombardia’, in “Relazioni Sociali”, n. 10-11, 1971. E’ interessante ricordare, a questo proposito, quanto osserva Marx, quando tratta della ricostituzione del lavoro a domicilio nello sviluppo capitalistico: «Questa cosiddetta industria domestica moderna non ha niente a che vedere con quella antica, con cui ha in comune soltanto il nome, giacché quest’ultima presuppone un artigianato urbano indipendente, un’agricoltura autonoma e in special modo una ‘casa della famiglia operaia’. Oggi l’industria domestica è divenuta un ‘reparto esterno della fabbrica, della manifattura o del magazzino di merci’. Il capitale, insieme agli operai delle fabbriche e delle manifatture e agli artigiani che conglomera in masse enormi in un certo luogo su cui esercita il suo diretto imperio, lega a sé un altro esercito sparso nelle grandi città e nelle campagne, quello degli operai a domicilio». In K. Marx, Op. cit., [Il Capitale, Libro I, Quarta sezione, cap. XIII ‘Macchinario e grande industria”] p. 133. (Le sottolineature sono di Marx)]