“Marx, che era riuscito all’ultimo momento ad evocare a sé la redazione degli Statuti dell’Associazione internazionale dei lavoratori, prese dall’abbozzo italiano come unica idea importante quella di una inchiesta sociale che – combinata con le idee di un piano organizzativo francese (28) – fu così da lui formulata nell’articolo VI degli Statuti: «Il Comitato centrale (più tardi Consiglio generale) formerà un’agenzia internazionale fra le diverse associazioni cooperanti, di maniera che gli operai di un paese siano costantemente informati dei movimenti della loro classe in ogni altro paese; che una inchiesta sullo stato sociale dei differenti paesi di Europa sia fatta simultaneamente e sotto una direzione comune…». Colpisce anzitutto il fatto che il riferimento alla legalità è caduto; è invece accolta l’idea di attuare l’inchiesta sotto una direzione centrale che, naturalmente, doveva toccare il Consiglio generale. (…) Mentre tanto nell’abbozzo italiano quanto anche negli Statuti di Marx la motivazione dell’inchiesta operaia resta ancora in certo qual modo vaga, il suo scopo primario viene da Marx messo in rilievo con inequivocabile chiarezza nella relazione del Consiglio generale al Congresso di Ginevra del 1866: «’Combinazione internazionale degli sforzi, mediante l’Associazione, per la lotta del lavoro contro il capitale’. a) Da un punto di vista generale, questa questione abbraccia tutta l’attività dell’Associazione internazionale, il cui scopo è di combinare, di generalizzare e di dare uniformità agli sforzi, ancora disuniti, compiuti nei diversi paesi per l’emancipazione della classe operaia. b) Una delle principali funzioni dell’Associazione, funzione già assolta con grande successo in diverse circostanze, è quella di contrastare gli intrighi dei capitalisti sempre pronti, nei casi di scioperi e di chiusura degli opifici (lock-out) a servirsi degli operai stranieri come strumento per soffocare le giuste lamentele dei lavoratori indigeni. E’ uno dei grandi compiti dell’Associazione quello di sviluppare presso gli operai dei differenti paesi non soltanto il ‘sentimento’, ma anche il ‘fatto’ della loro fraternità e di unirli per formare l’esercito dell’emancipazione. c) Proponiamo al Congresso di adottare, come «grande combinazione internazionale di sforzi» una statistica delle condizioni delle classe operaie di tutte le contrade fatte dagli stessi operai. Evidentemente, per agire con qualche possibilità di successo, si devono conoscere i materiali sui quali si vuole agire. In pari tempo i lavoratori, prendendo l’iniziativa di un’opera così grande, mostreranno di essere capaci di tenere il loro destini nelle loro mani…» (30)” [Volker Hunecker, ‘Statistiche operaie borghesi e proletarie nel secolo XIX’, ‘Studi Storici’, Roma, 1973] [(Cfr. D. Riazanov, ‘Zur Geschichte der Ersten Internationale, I. Die Entstehung der Internationalen Arbeiterassoziation’, in “Marx-Engels Archiv”, Frankfurt a. M., p. 187; (30) in Mysyrowicz, ‘Karl Marx’, p. 56 da J. Freymond (ed.), ‘La Première Internationale’, t. I, Genève 1962, pp. 29 sgg.; Nota (3) L. Mysyrowicz, ‘Karl Marx, la Première Internationale et la statistique’, in ‘Le Mouvement Social’, 69, octobre-décembre 1969, pp. 51-84]