“L’errore di Darwin consiste proprio nel fatto che egli nella selezione naturale o sopravvivenza del più adatto mescola due cose assolutamente diverse: 1. Selezione per la pressione della sovrappopolazione, nel qual caso forse sopravvivono in primo luogo i più forti, ma anche quelli che sotto molti aspetti sono i più deboli possono farlo. 2. Selezione per la maggior capacità d’adattamento a circostanze modificate, nel qual caso i sopravviventi sono più adatti a queste ‘circostanze’, ma tale adattamento da un punto di vista complessivo, può rappresentare tanto un progresso quanto un regresso (per es. adattamento alla vita parassitaria, ‘sempre regresso’). Punto fondamentale: che ogni progresso nell’evoluzione organica è nello stesso tempo un regresso, in quanto esso fissa un’evoluzione ‘unilaterale’, preclude la possibilità di evoluzione in molte altre direzioni. Questa però è ‘legge fondamentale’. ‘Struggle for life’ [Lotta per l’esistenza]. Fino a Darwin, coloro che sono attualmente suoi seguaci mettevano appunto in evidenza l’armonico coordinamento del lavoro nel mondo organico: come il regno vegetale offre agli animali cibo e ossigeno, e questi ultimi alle piante letame e ammoniaca e acido carbonico. Appena le teorie di Darwin vennero accettate, le stesse persone videro ovunque e soltanto ‘lotta’. Tutt’e due le concezioni giustificate entro ristretti limiti, ma tutt’e due ugualmente unilaterali e limitate. L’azione mutua dei corpi inanimati include sia armonia che collisione; quella dei corpi viventi tanto collaborazione inconsapevole e consapevole, quanto consapevole e inconsapevole «lotta», che è solo una delle facce. Ma è poi assolutamente puerile il voler riassumere tutta la multiforme ricchezza dell’intreccio e dello sviluppo storico nella scarna, unilaterale espressione: «lotta per l’esistenza». Si dice così meno di niente. Tutta la teoria darwiniana della lotta per l’esistenza è semplicemente il trasferimento dalla società al mondo organico della teoria hobbesiana del ‘bellum omnium contra omnes” [Guerra di tutti contro tutti], e della teoria della concorrenza dell’economia borghese, come pure della teoria di Malthus sulla popolazione. Una volta fatto questo gioco di prestigio (la cui incondizionata legittimità, in particolare per ciò che concerne la teoria malthusiana, è ancora assai problematica), è molto facile trasferire di nuovo queste teorie dalla storia naturale alla storia della società, ed è allora un’ingenuità davvero troppo forte affermare di avere con ciò dimostrato che tali affermazioni sono eterne leggi naturali della società” (pag 314-315) [Friedrich Engels, ‘Dialettica della natura’, Roma, 1971] [nota: “La sedicente «legge» della sovrappopolazione consisterebbe, secondo Malthus, nella «tendenza comprovata da tutti gli esseri viventi, a moltiplicarsi più rapidamente di quel che non lo consenta la quantità di nutrimenti a loro disposizione». Una parte della teoria di Darwin, ed esattamente il suo principio della «lotta per l’esistenza» (struggle for life), è, per dichiarazione dello stesso Darwin, derivata proprio dal ‘Saggio sul principio di popolazione’ di Malthus” (nota di F. Engels posta in fondo alla pagina 314)]