“Poiché i profitti previsti possono concepirsi come il potenziale del sistema, si giustifica Ricardo che vedeva, nel procedere del regime concorrenziale, la loro definitiva estinzione e che paventava un ritorno all”ancien regime’, con la rivincita dei ‘land-lords’, dei conservatori e della Corona; ma possiamo del pari giustificare Marx che, nello stesso procedere del sistema capitalistico, scorgeva, coll’aumento della composizione organica del capitale, una contrazione della quota di plusvalore capace di trasformarsi in profitto, e quindi, per altra via, l’implacabile annullarsi di quest’ultimo colla fine del sistema stesso e l’avvento di una ‘società senza classi’ quale inevitabile alternativa al permanere dei residui feudali nella società borghese o addirittura alla rinnovellata loro ristrutturazione. Che cosa ne dice Cournot? (…) La risposta di Cournot sulle sorti della libera universale concorrenza e del regime capitalistico che la esprime in concreto non è né quella della paura di un ritorno all”ancien régime’ provata da Ricardo, né quella escatologica ed apocalittica di Marx. Riandando alle idee espresse nei primi due paragrafi del presente saggio, ritroviamo una fiducia nella natura e nelle popolazioni rurali, quale memoria (del passato), il culto per la proprietà privata, quale visione (del presente) e la speranza, mista a timori, che lo statalismo e il socialismo non finiscano col prevalere, quale anticipazione (del futuro). Ed inoltre, una completa indifferenza religiosa, non tuttavia tale da non consentirgli una certa fede che lo porta a distinguere fra storia della civiltà nel suo insieme (il destino di Goethe e l’energia radiale di Teilhard) e storia locale di relazioni circoscritte (la causalità o l’energia tangenziale). In sintesi: egli spera che l’appoggio sul passato possa permettere all’avvenire di farne tesoro, onde evitare un retrocedere verso la riesumazione delle città morte e un precipitare verso l’evocazione dell’apocalisse cruenta. Molto approssimativamente, un conservatorismo alla Luigi Filippo” [introduzione di Giuseppe Palomba, in Antoine-Augustin Cournot, ‘Opere’, Milano, 2010]
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- Articolo pubblicato:21 Febbraio 2017