“L’idea di una rivoluzione imminente si afferma sicuramente durante la guerra in seno all’opposizione socialista internazionale. Ciò avviene non senza tensioni e contrasti fra i “centristi” e la corrente rivoluzionaria di cui i bolscevichi si definiscono i massimi rappresentanti insieme agli spartachisti tedeschi, i cui leader, Karl Liebknecht e Rosa Luxemburg – assassinati a Berlino il 6 gennaio 1919 dai Freikorps agli ordini del governo socialdemocratico di Friedrich Ebert – sono ricordati al I Congresso dell’Internazionale comunista. La filiazione diretta con l’esperienza dell’opposizione rivoluzionaria all’interno dell’Internazionale socialista è sancita da una dichiarazione formale che dissolve l’organizzazione di Zimmerwald e fa della III Internazionale la sua legittima rappresentante: «I sottoscritti partecipanti di Zimmerwald dichiarano che essi considerano dissolto il gruppo di Zimmerwald e domandano all’Ufficio della Conferenza di Zimmerwald di rimettere tutta la sua documentazione al Comitato esecutivo della III Internazionale» (1). Lenin prospetta la creazione di una nuova Internazionale perché ritiene che la situazione politica sia ormai divenuta favorevole; nei suoi interventi degli inizi del 1919 e soprattutto in quelli del congresso fondativo, egli precisa ulteriormente la previsione dell’estensione della rivoluzione. Lenin accoglie i delegati evocando la situazione internazionale: «Compagni, la nostra assemblea assume un grande significato storico mondiale. Essa attesta il fallimento di tutte le illusioni della democrazia borghese. In realtà, non soltanto in Russia, ma anche nei paesi capitalistici più progrediti d’Europa, come ad esempio in Germania, la guerra civile è divenuta un fatto» (2). In numerosi paesi europei le forti tensioni sociali sembrano annunciare la decomposizione generalizzata del sistema imperialista e della democrazia borghese, cui si accompagnerebbe la diffusione dell’esperienza sovietica. «Il movimento favorevole ai soviet si estende sempre di più sia in Europa Orientale che in Europa Occidentale, nei paesi sconfitti come nei paesi vincitori, per esempio in Inghilterra; e questo movimento non ha altro obbiettivo che l’instaurazione di una nuova democrazia, la democrazia proletaria: si tratta del passo in avanti più significativo verso la dittatura del proletariato, verso la vittoria totale del comunismo» (3). La convinzione di una rivoluzione imminente in Europa giustifica quindi la creazione della nuova Internazionale, conferendole innanzitutto un ruolo di diffusore di idee e di propaganda delle tesi rivoluzionarie. La forma di questa rivoluzione in marcia è quella della guerra civile internazionale, che percorre nuove strade e sperimenta nuove pratiche di mobilitazione: i soviet, comitati che metteranno in discussione le vecchie forme d’organizzazione partitiche e sindacali. Sul piano internazionale gli Stati nazionali e il sistema parlamentare sono in procinto di essere sostituiti da sistemi politici basati sulla democrazia consiliare, che si riuniranno in una Repubblica internazionale dei Soviet. Se l’obbiettivo principale è quello di diffondere l’esperienza russa, cionondimeno Lenin è convinto che lo sviluppo della rivoluzione in Europa occidentale assumerà forme differenti e più rapide rispetto ad essa” [Serge Wolikow, L’Internazionale comunista. Il sogno infranto del partito mondiale della rivoluzione (1919-43), Roma, 2016] [(1) Déclaration faite par les particpants de la conférence de Zimmerwald au congrès de l’IC. Signataires: Rakowsky, Lénine, Zinoviev, Trotsky, Platten’, in ‘Théses, manifestes et résolutions adoptés par les Ier, II°, III° et IV° congrès de l’Internationale communiste, 1919-1923’, Librairie du travail, Paris, 1934, p. 16; (2) V.I. Lenin, Discorso di apertura del I Congresso dell’Internazionale comunista, 2 marzo 1919, in ID. Opere Complete, vol. XXVIII, Editori Riuniti, Roma, 1967, p. 459; (3) Ibid.] [Lenin-Bibliographical-Materials] [LBM*]