“Come ho mostrato in dettaglio in un precedente articolo («Living Marxism», marzo 1938), Marx e Engels non solo erano pronti a considerare la vicina esplosione rivoluzionaria in Russia come un segnale per una rivoluzione europea generale di tipo giacobino per cui (come disse Engels a Vera Zasulic nel 1883) «se arriva il 1789, seguirà anche il 1793». Essi salutarono effettivamente la rivoluzione russa e paneuropea come una rivoluzione operaia e punto d’avvio di uno sviluppo comunista. Non ha senso pertanto l’obiezione sollevata dai menscevichi e da altre scuole del tipo tradizionale occidentale dell’ortodossia marxista, secondo cui il marxismo di Lenin era di fatto solo il ritorno ad una forma giovanile del marxismo di Marx, più tardi superata da una forma più matura e materialistica. E’ assolutamente vero che proprio la somiglianza tra la condizione storica predominante in Russia agli inizi del XX secolo e le condizioni prevalenti in Germania, Austria ecc. alla vigilia della rivoluzione europea del 1848 spiega il fatto altrimenti inspiegabile che la fase più recente del movimento del nostro tempo abbia potuto essere rappresentata nella forma paradossale di un ritorno ideologico al passato. Tuttavia, come abbiamo mostrato più sopra, il marxismo rivoluzionario così come è stato «restaurato» da Lenin era nel suo contenuto puramente teorico molto più conforme al vero spirito di tutte le fasi storiche della dottrina marxiana che non quel marxismo socialdemocratico del periodo precedente che, dopo tutto, malgrado la sua «ortodossia» professata a gran voce, era stato solo una forma mutilata e travestita della teoria marxiana, che banalizzava il suo reale contenuto e smussava il suo vigore rivoluzionario. E’ per questa ragione che l’esperimento di Lenin della «restaurazione» del marxismo rivoluzionario confermò nel modo più convincente l’assoluta futilità di qualsiasi tentativo di dedurre la teoria dell’azione rivoluzionaria non dai suoi propri contenuti ma da un qualche «mito». Ha mostrato soprattutto la perversione ideologica dell’idea di sostituire le deficienze dell’azione presente con un immaginario ritorno in un passato mitizzato. Mentre un siffatto risveglio di una ideologia rivoluzionaria ormai morta può essere forse d’aiuto per un certo periodo, come ha mostrato la rivoluzione russa, per nascondere agli artefici dell’Ottobre rivoluzionario i limiti storici dei loro sforzi eroici, esso finirà necessariamente non già con il ritrovare lo spirito di quel primo movimento rivoluzionario, ma nel far vivere ancora il suo fantasma. Ha avuto come esito, oggi, una nuova forma marxista rivoluzionaria di repressione e sfruttamento della classe proletaria nella Russia sovietica e una forma ugualmente nuova e «marxista rivoluzionaria» di annientamento degli autentici movimenti rivoluzionari in Spagna e in tutto il mondo” [Karl Korsch, ‘Marxism and the Present Task of the Proletarian Class Struggle’, in “Living Marxism”, III, 1938, n. 4, trad. it. in K. Korsch, Scritti politici, vol: II, cit., pp. 406-15] [(in) Alfredo Salsano, a cura, Socialismo e fascismo. Antologia del pensiero socialista. Volume 5. Tomo 3, Roma Bari, 1983, capitolo ‘Il marxismo e i compiti attuali della lotta di classe proletaria’]