“Il “vecchio” Marx ha tracciato un chiarissimo programma di azione “pratica” e “concreta”, che gli ignoranti scopritori delle tattiche “concrete” dovrebbero rileggere dieci volte al giorno: lotta per la riduzione della giornata lavorativa e lotta per l’aumento del salario. La lotta di classe guidata su questo piano strategico, “incide” veramente sulla realtà capitalistica e veramente “modifica” il rapporto tra capitale costante e capitale variabile. Marx spiega che se il salario aumento in rapporto al capitale costante il capitalista, per pagare meno la merce forza-lavoro, è costretto ad impiegare più macchine e ad elevare il livello tecnologico. Non solo: dovrà accentuare la concorrenza ed eliminare i capitalisti più deboli che non riescono ad adeguarsi al nuovo livello tecnologico. Risultato della lotta di classe sarà, quindi, una più alta composizione organica, una più alta concentrazione capitalista e una più alta disoccupazione, ma anche una classe operaia più concentrata, più combattiva, più aperta dalla lotta alle idee rivoluzionarie. In questo processo incessante della lotta di classe, processo che per sua natura non può trovare una soluzione economica, si forma un forte e radicalizzato proletariato ed un capitalismo altamente concentrato. La tendenza alla polarizzazione sociale trova ostacoli debolissimi. Il capitalismo, pressato dalle lotte immediate della classe operaia che tendono a ridurne il saggio del profitto, è portato a sviluppare la sua concentrazione in tutte le branche economiche, è portato a ridurre la piccola borghesia, è portato, insomma, a ridurre le quote che nella distribuzione del plusvalore lascia all’interesse e alla rendita. La concentrazione capitalistica si estende, allora, nell’industria, nell’agricoltura e nel commercio. Il capitalismo, in una lotta di classe incandescente alimentata dalla continua polarizzazione, tende a giungere alla sua forma, per così dire, “pura”. Questo è lo schema generale della strategia rivoluzionaria nella lotta di classe, la direttrice di marcia in cui il partito rivoluzionario proletario utilizza e strumentalizza le lotte economiche immediate, anche in una fase che non prevede crisi rivoluzionarie a breve scadenza. Naturalmente lo schema strategico tracciato dal marxismo non si delinea in modo così semplice ma trova la sua applicazione in un modo più complesso in cui lotta di classe, concentrazione capitalistica e proletarizzazione diventano fenomeni sociali tumultuosi di un sistema che ingigantisce i suoi fattori di crisi” [Arrigo Cervetto, Il ciclo politico del capitalismo di stato, 1950-1967, Edizioni Lotta Comunista, 1989]