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“Dopo la morte di Marx, Engels elaborò nuove teorie sulla natura della guerra moderna e sui problemi che si ponevano ai socialisti. Rendendosi perfettamente conto che le guerre future sarebbero state più distruttive e catastrofiche di tutte quelle passate, nel 1887 scrisse un passo profetico assai noto: “Dagli otto ai dieci milioni di soldati si annienteranno a vicenda e, così facendo, divoreranno l’Europa lasciandola più nuda di una nuvola di locuste. Le devastazioni della guerra dei Trent’anni ristrette nello spazio di tre o quattro anni ed estese all’intero Continente; la carestia, la malattia, l’indigenza abbrutiscono l’esercito e le masse popolari; il caos irreversibile delle nostre artificiose strutture commerciali, industriali e del credito, che termina nella bancarotta universale; il crollo dei vecchi Stati e della loro sovranità tradizionale, per cui dozzine di corone rotoleranno nella polvere senza che nessuno tenti di raccoglierle; è assolutamente impossibile prevedere quale potrà essere lo sbocco di tutto ciò e chi uscirà vincitore dalla lotta. Un solo risultato è assolutamente certo: il collasso universale e l’avvento di condizioni propizie al trionfo definitivo della classe lavoratrice (23)”  [James Joll, Le origini della prima guerra mondiale, 1985] [(23)) F. Engels, Introduzione a S. Borkheim, ‘Zur Erinnerung für die deutschen Mordspatrioten 1806-12’ (1887), citato in Karl Kautsky, ‘Sozialisten und Krieg’, Prag 1937, pp. 250-51]