“Se nell’ambito del movimento operaio si è ripresentata con una certa continuità la tendenza a considerare la nazionalità un assurdo, ad essa è sempre stata estranea l’ispirazione di Marx ed Engels, non solo per le loro ripetute prese di posizione a favore di determinati movimenti nazionali (alle quali si potrebbero opporre, sia pure in misura minore, atteggiamenti di drastica negazione nei confronti di nazioni il cui ruolo veniva giudicato negativo nella situazione globale) (7), ma anche e soprattutto per la lineare polemica svolta proprio contro i negatori della peculiarità nazionale (8). In un periodo storico, però, in cui vengono superate le originarie impostazioni quarantottesche, più che a singoli giudizi di Marx ed Engels legati in misura notevole alla grande stagione del 1848, è alla concezione marxistica della storia nel suo complesso che ci si può e ci si deve rifare per un’analisi delle forme sociali e dello ‘status’ che tra di esse viene ad assumere la nazione. Non va certo sminuito il peso della questione nazionale come problema fondamentale nella vita politica dell’Austria-Ungheria né si trascura l’impegno socialista nell’affrontarlo, tanto che si può condividere il giudizio di Adam Wandruszka, per il quale “resterà sempre titolo d’onore per la socialdemocrazia austriaca che essa cercasse, primo gruppo politico, di venire a capo con acume e metodo d’un problema, che non era solo il problema fatale della monarchia danubiana, ma, come noi oggi ben vediamo, era la questione fatale dell’intera Europa nel secolo ventesimo: il problema delle nazionalità” (9). Si aggiunga pure che non costituiscono un caso la nascita di Karl Renner nel villaggio di Unter Tannowitz nella Moravia meridionale e quella di Otto Bauer a Vienna, in una famiglia ebraica proveniente dalla Boemia, per la quale il ceco era la seconda lingua abituale. Questi, però sono elementi rilevanti per la storia esterna dei nostri autori, che ci aiutano a capire la naturale sensibilità al problema e la disponibilità in partenza d’un materiale documentario di grande ampiezza. Non incidono sulla fisionomia dell’opera (così diverse, infatti, quelle di Renner e Bauer)” [Arduino Agnelli, Socialismo e problema della nazionalità in Otto Bauer, Annali, Milano, 1974] [(7) Si pensi all’antipatia di Engels per i cechi, testimoniata da Engels in ‘Rivoluzione e controrivoluzione in Germania’, ai dubbi sui polacchi nella lettera di Engels a Marx del 23 maggio 1851 (‘Carteggio’, Roma, 1950, vol. I, p. 243), ai timori ricorrenti sulla possibile strumentalizzazione delle piccole nazioni da parte delle grandi, ma non si dimentichi l’atteggiamento assunto di fronte al movimento nazionale irlandese; (8) Cfr. la lettera di Marx a Engels del 7 giugno 1866, in cui la “cricca proudhoniana” viene condannata per la negazione delle nazionalità, pur se la sua polemica contro lo sciovinismo viene ritenuta utile (‘Carteggio’), cit, vol. IV, p. 418); (9) Adam Wandruszka, ‘Österreichs politische Struktur’, in Heinrich Benedikt (a cura), ‘Geschichte der Republik Österreich’, Wien, 1954, p. 434]
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- Articolo pubblicato:10 Luglio 2014