“Ricollegandosi direttamente all’esperienza della rivoluzione russa e alla convinzione che questa aveva segnato una svolta nella lotta per il socialismo, la Luxemburg aveva elaborato la sua nuova concezione dello sciopero di massa antitetica a quella dei dirigenti del “centro” socialdemocratico tedesco: sviluppando il discorso iniziato nel 1902, aveva individuato nel ‘Massenstreik’ un mezzo di lotta che presupponeva una situazione rivoluzionaria, cioè “da un lato, come condizione oggettiva, una forte tensione sociale e politica, e dall’altro, come condizione soggettiva, un alto grado di partecipazione delle masse, che non ‘poteva’ essere mero frutto di disciplina e di organizzazione, ma ‘era’ essenzialmente legata alla tensione in atto e poteva essere perciò ottenuta anche da masse inorganizzate” (4). A differenza che nel 1902, la Luxemburg, partendo da questa concezione, critica lo sciopero generale belga del ’13 non già per il modo in cui è stato condotto dai dirigenti del POB [Partito Operaio Belga, ndr] o per l’incerto risultato che ha ottenuto, ma per la sua stessa impostazione di fondo. Rosa si è ormai convinta che lo sciopero generale “non è in sé un mezzo miracoloso: è efficace soltanto in una situazione rivoluzionaria, come espressione di un’energia rivoluzionaria fortemente concentrata e di un’alta tensione conflittuale; staccato da questa energia e da questa situazione, trasformato in una manovra strategica preordinata da gran tempo ed eseguita in modo pedante, … non può che fallire nove volte su dieci”. In questo senso, la posizione della rivoluzionaria polacca si differenzia nettamente da quella di Lenin, il quale attribuiva ancora essenzialmente l’insuccesso dello sciopero all’alleanza del POB con i liberali, e, in misura minore, alle caratteristiche particolari del movimento operaio belga, organizzato prevalentemente sulla base di cooperative e di sindacati autonomi, a cui il partito non riusciva ad imporre la propria egemonia. Se un aspetto positivo Lenin vedeva nell'”esperienza belga”, era la prova di disciplina, di combattività, di compattezza che il proletariato aveva dato, nonostante tutto, ‘rispondendo all’appello del ‘POB’ (5)” [Aldo Agosti, Premessa] [(in) Lo sciopero spontaneo di massa, Testi inediti in Italia della polemica tra Rosa Luxemburg, F. Mehring ed E. Vandervelde sullo sciopero generale in Belgio, 1971] [(4) L. Basso, Introduzione a ‘Sciopero generale, partito e sindacati’, in R. Luxemburg, Scritti politici, cit., p: 290; (5) Lenin, Gli insegnamenti dello sciopero belga, in Opere, volume 36, Roma, 1969, pp. 159-161] [V.I. Lenin – Materiali Bibliografici] [LBM*]
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- Articolo pubblicato:21 Luglio 2014