“Che l’accento immediato e di prospettiva battesse in tal senso, è dimostrato, tra l’altro, anche dalla redazione degli ‘Statuti provvisori’. E’ noto per l’esplicita testimonianza di Marx, il trattamento al quale fu sottoposto lo schema inizialmente preparato da Mazzini come “dichiarazione di princìpi” per l’Internazionale: l’inversione delle parti fu l’inizio e il pretesto per un sovvertimento totale. Ma è forse meno noto che oggetto di una battaglia non meno accanita furono anche i progetti di statuto preparati da Mazzini, che tendevano a configurare l’Internazionale come un governo centrale delle classi operaie europee. Ce lo ricorda una preziosa storia dell’Internazionale pubblicata nel 1868 da un giornalista tedesco, Wilhelm Eichhoff, corrispondente del Consiglio generale dell’Internazionale, il quale redasse questo suo lavoro in stretto contatto con Marx, tanto che nel ristamparla si è potuto dire che essa è “un’esposizione autorizzata da Marx della storia dell’Internazionale” (19). Ebbene, questa storia sottolinea che gli statuti mazziniani erano redatti “in forma rigidamente centralizzata, come conviene per le società cospirative segrete, che distruggerebbe fin da principio le condizioni di vita di un’associazione, che non deve creare un movimento, ma deve soltanto unire e collegare il movimento di classe già presente e sparpagliato nei diversi paesi” (20)” [Ernesto Ragionieri, Il marxismo e la Prima Internazionale, Roma, 1965 (estratto)] [(19) Così ha definito quest’opera Heinrich Gemkow nell’importante saggio, particolarmente documentato sui rapporti tra Marx ed Eichhoff, posposto alla riproduzione fotostatica di ‘Die Internationale Arbeiterassociation. Ihre Gründung, Organisation, politish-sociale Thätigkeit und Ausbreitung’, curata dall’editore Dietz in occasione del centenario della Prima Internazionale, Berlin, 1964; (20) Wilhelm Eichhoff, op. cit., p. 4. Si veda una testimonianza nello stesso senso nella lettera di Engels a Carlo Cafiero del 28 luglio 1871; cfr. ‘La corrispondenza di Marx e Engels con italiani, 1848-1895’ a cura di Giuseppe Del Bo, Milano, p. 36]