“Il carattere distintivo della sottomissione formale del lavoro al capitale si rivela nel modo più chiaro se si ricordano le condizioni in cui il capitale esiste già in funzione subalterne, ma non ancora nella sua funzione dominante (che determinano l’intera forma sociale) di acquirente diretto di forza-lavoro e appropriatore immediato del processo produttivo. E’ il caso, per esempio, del capitale usurario nella misura in cui, come in India, anticipa al produttore immediato materie prime e strumenti di lavoro, o anche tutti e due, sotto forma di denaro. I giganteschi profitti che il capitalista-usurario ne deriva, gli interessi che, qualunque sia il loro ammontare, estorce al produttore immediato, sono un altro modo di dire plusvalore: in effetti, il suo denaro si trasforma in capitale estorcendo lavoro non pagato – pluslavoro – al produttore immediato. Ma egli non si immischia nel processo produttivo in quanto tale, che continua come prima a svolgersi accanto a lui nella maniera avita. (…)” [Karl Marx, a cura di Bruno Maffi, Il Capitale: Libro I, capitolo VI inedito. Risultati del processo di produzione immediato, 2004]
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- Articolo pubblicato:4 Giugno 2014