“Kreuznach è una cittadina sulla strada tra Kaiserlautern e Magonza, assai nota, come confermano da sempre i ‘dépliants’ turistici, per le sue acque termali, calde e fredde. Proprio a Kreuznach vi era la residenza di Jenny von Westphalen e di sua madre: ed è qui che, il 19 giugno 1843 (come il giorno dopo annuncia la “Kreuznacher Zeitung” (1)), Karl Marx e Jenny, che pure aveva da poco perso il padre, si sposano. I due giovani fanno un viaggio di nozze di breve durata, partono verso il Palatinato renano e, passando per Baden-Baden, tornano a Kreuznach, dove restano fino alla fine di settembre (2). La decisione di convolare a giuste nozze fu favorita, come sembra suggerire il primo grande biografo di Marx, Franz Mehring (3), da uno stipendio di 500 talleri promesso a Marx dal facoltoso Arnold Ruge per la direzione dei futuri ‘Deutsch-Französische Jahrbücher’ (Annali franco-tedeschi). Nulla però ci dice Mehring sull’attività letteraria di Marx nel periodo di Kreuznach. Questo periodo copre i mesi che vanno dal giugno all’ottobre del 1843, quando la giovane coppia si spostò con entusiasmo dallo stagnante clima politico-culturale della Germania della restaurazione per recarsi al celebre indirizzo di Parigi (38, rue Vanneau) dove si sistemò con un gruppo di ‘emigrés’ ed esuli volontari tedeschi, tra cui Hervegh e Ruge, non alieno, quest’ultimo, dal considerare la nuova convivenza “una sorta di falansterio” (4), o, come oggi si direbbe, una “comune”. Torniamo per il momento alla nostra ridente cittadina termale. Mehring non dice nulla sulla attività letteraria di Marx perché quando il manoscritto della sua classica biografia venne consegnato a Johann Heinrich Wilhelm Dietz, il celebre editore della socialdemocrazia tedesca, vale a dire nel 1918 (un anno prima della morte di Mehring), i cosiddetti ‘Frühschriften’, gli scritti giovanili di Marx, dovevano ancora in gran parte essere pubblicati. E pensare che proprio Mehring aveva non poco contribuito alla conoscenza del giovane Marx pubblicando nel 1902 i quattro volumi della cosiddetta ‘Nachlassaugabe’, riveduta nel 1913 (in seguito anche ai preziosi studi di Gustav Mayer), ed ancora ristampata, in quarta edizione ed in tre volumi, nel 1923 (5): questa edizione comprendeva la tesi di laurea marxiana su Democrito ed Epicuro, sino ad allora inedita, ed inoltre riproponeva i dimenticati saggi apparsi sugli ‘Annali franco-tedeschi’ e la non molto più nota ‘Heilige Familie’ (La sacra famiglia). Sempre nel 1902 Bernstein aveva pubblicato sui “Dokumente des Sozialismus” (6) una novità più ghiotta, aveva cioè sottratto alla “critica rodente dei topi” (7) alcuni frammenti del III fascicolo (Sankt Max) della ‘Deutsche Ideologie’ (L’ideologia tedesca) e di questa stessa opera un altro capitolo (il ‘Leipziger Konzil’) venne nel 1921 pubblicato da Gustav Mayer (8). Nella biografia “popolare” del secondo grande biografo di Marx, il russo Rjazanov, non si parla neppure di Kreuznach. Si tratta però dell’integrazione di una serie di lezioni tenute nel 1922 al corso di marxismo dell’accademia socialista di Mosca e la necessità di spiegare in modo semplice ed elementare la dimensione storica e teorica dell’opera marxiana impedisce al conferenziere di soffermarsi troppo sui particolari più propriamente “privati!” della vita di Marx. Eppure la terza conferenza (9), che affronta gli scritti del periodo che va dalla “Rheinische Zeitung” agli ‘Annali’ ed alla ‘Sacra famiglia’, si sofferma a lungo sulla “questione filosofica” ed in particolare sul problema del capovolgimento della filosofia hegeliana, argomento allora trascurato (anche se è di questi anni nella cultura tedesca la ‘Hegel-Renaissance’ all’interno del “marxismo”), ‘massime’ in una conferenza per operai, tanto da far sospettare che Rjazanov conosca qualche cosa che il mondo ancora non conosce (10). Ed in effetti, cinque anni dopo, nel 1927, nel primo volume della MEGA compare in ‘Kritik des hegelschen Staatrechts’ (‘Critica della filosofia hegeliana del diritto pubblico’) (11), definita anche “meditazione di Kreuznach” (12) perché plausibilmente – ma su questo torneremo in seguito – datata da Rjazanov appunto all’epoca del soggiorno di Marx a Kreuznach (13). Nello stesso 1927 Rjazanov traduce in russo e pubblica una parte del III manoscritto de ‘Zur Kritik der Nationalökonomie’ / ‘mit einem Schluszkapitel über die Hegelsche Philosophie’ (14), testo meglio noto come ‘Oekonomisch-philosophische Manuskripte aus dem Jahre 1844’ (‘Manoscritti economico-filosofici’), di cui alcuni pezzi compaiono (tradotti dal russo) sulla francese “Revue marxiste” nel 1929 (15). Occorre attendere il 1932, quando Rjazanov è già stato rimosso e deportato da Stalin, per vedere nella MEGA (che avrà vita stentata sino al 1935) il testo tedesco dei ‘Manoscritti’. Sempre nel 1932 la MEGA pubblica l”Ideologia tedesca’ (16). Può sorprendere a questo punto che il terzo grande biografo di Marx, Nikolaevskij, che scrive nel 1935-36, dedichi pochissimo spazio agli studi di Kreuznach e per di più confonda la ‘Kritik’ di Kreuznach del 1843, inedita sino al 1927, con l”Einleitung’ (‘Introduzione’) a questa stessa ‘Kritik’, uscita, autonoma, nel 1844 sugli ‘Annali’ e quindi nota da tempo (17). Ancora più scarne le notizie fornite da Nikolaevskij sulle altre opere giovanili di Marx, all’interno però di una biografia – va pur detto – che vuole essere un resoconto di fatti più che un’esposizione di teorie. D’altra parte lo stesso Engels, primo custode del lascito intellettuale marxiano, aveva dimostrato scarso interesse verso i ‘Frühschriften’, non solo dell’amico, ma anche propri, ed aveva manifestato un certo fastidio verso chi gli chiedeva di pubblicare o di ripubblicare vecchi scritti del periodo “filosofico” (18). Si era limitato a pubblicare le marxiane ‘Thesen über Feuerbach’ (Tesi su Feuerbach) del 1845 in appendice al proprio saggio su Feuerbach e la fine della filosofia lassica tedesca del 1886 (19)” [Bruno Bongiovanni, L’universale pregiudizio. Le interpretazioni della critica marxiana della politica, 1981] [(1) Cfr. Karl Marx Chronik Seines Lebens in Einzeldaten, Marx-Engels Verlag, Moskau 1934, p. 18. Di questo testo esiste un reprint presso la Verlag Detlev Auvermann, Glashütten im Taunus 1971; (2) Cfr. la testimonianza, del 1865, di Jenny Marx in ‘Kurze Umrisse eines bewegten Lebens’, in ‘Mohr und General. Erinnerungen an Marx und Engels (1964), ora in ‘Colloqui con Marx ed Engels. Testimonianze sulla vita di Marx e Engels raccolte da Hans Magnus Einzensberger, Einaudi, Torino, 1977, p. 18; (3) Cfr. Franz Mehring, Vita di Marx, Editori Riuniti, Roma 1972 (1918), p. 57; (4) Cfr. 1848. Briefe von und an Herwegh’ (1898), ora in ‘Colloqui con Marx ed Engels, cit., p. 19; (5) Cfr. ‘Aus dem literalischen Nachlass von Karl Marx und Friedrich Engels 1841 bis 1850’, Dietz, Berlin-Stuttgart 1923 (1902). Per notizie dell’autore sulle precedenti edizioni cfr. F. Mehring, Vita di Marx, cit., pp. 533-534: (6) Cfr. ‘Der “heilige Max”. Aus einem Werk von Marx-Engels über Stirner’, in “Dokumente des Sozialismus. Hefte für Geschichte. Urkunden und Bibliographie des Sozialismus”, t. III e IV, 1903-1904 (di questa rivista è stato fatto un reprint a Frankfurt nel 1968); (7) L’espressione si trova nella notissima ‘Prefazione’ (1859) a ‘Per la critica dell’economia politica’ Editori Riuniti, Roma, 1957, p. 12; (8) Cfr. Marx und Engels, ‘Das Leipziger Konzil’, in “Archiv für Sozialwissenschaft und Sozialpolitik”, n. 3, 1921, pp. 773-808. Su tutti questi problemi cfr. Maximilien Rubel, ‘Bibliographie des oeuvres de Karl Marx’, Rivière, Paris, 1956, pp. 49-56 e Bert Andréas, ‘Marx et Engels et la gauche hégélienne’, in ‘Annali. Istituto Giangiacomo Feltrinelli’, a. VII, 1964-65, pp. 353-516. Di notevole utilità è sempre ‘Marx Engels Lassalle. Eine Bibliographie des Sozialismus’, Prager, Berlin, 1924 e la bibliografia, a cura di E. Czobel, in “Marx-Engels Archiv”, vol. II, 1927, pp. 469-537; (9) Cfr. D.B. Rjazanov, Marx ed Engels, Samonà e Savelli, Roma, 1969 (1922), pp-. 32-47; (10) Ed infatti i
mportanti rivelazioni Rjazanov fa il 20 settembre 1923 in un discorso all’Accademia socialista di Mosca, pubblicato con il titolo ‘Neueste Mitteilungen über den literarischen Nachlass von Karl Marx und Friedrich Engels, in “Archiv für die Geschichte des Sozialismus und Arbeiterbewegung”, n. 3, 1925, pp. 385-400. Cfr. inoltre allo stesso autore ‘Über den liberarischen Nachlass von Marx und Engels’, in “Internationale Presse-Korrespondenz”, n. 49, 1923, p. 1152 e ‘Über neue Manuscripte von Karl Marx und Friedrich Engels’, in “Arbeiter-Literatur”, n. 9, 1924, pp. 534-538; (11) Cfr Karl Marx – Friedrich Engels, Historisch-kirtische Gesamtausgabe. Werke – Schriften – Briefe, Marx-Engels Verlagsgesellschaft, Frankfurt, 1927, vol. I, 1, pp. 403-533 (…). Per un eccellente repertorio in merito alle edizioni principal; cfr. ora Franz Neubauer, Marx-Engels Bibliographie, Boldt, Boppard am Rhein 1979. Cfr. inoltre Heinz Stern, Dieter Wolf, Das grosse Erbe. Eine historische Reportage um den  literarischen Nachlass von Karl Marx und Friedrich Engels’, Dietz, Berlin, 1972 e Michail Mtschedlov, Zu einigen Fragen der Erforschung und Veröffentlichung des theoretischen Nachlasses von Karl Marx und Friedrich Engels in der UdSSR, in AA.VV., Beiträge zur Geschichte der Marx-Engels-Forschung und Edition in der Sovjetunion und der DDR, Dietz, Berlin, 1978, pp. 16-33; (12) Cfr. Marximilien Rubel, Introduction a Karl Marx, Oeuvres. Economie II, Gallimard, Paris, 1968, pp. XIX sgg.; (13). Cfr D. Rjazanov, Einleitung, a MEGA, I, 1 cit., pp. LXXI-LXXV; (14) Cfr. “Archiv Marksa i Engel’sa”, III, 1927, pp. 247-286; (15) Cfr. “La Revue marxiste”, a. I., n. 1, 1929, pp. 7-28. Su tutte le vicende dei ‘Manoscritti’ sul piano editoriale cfr. B. Andréas, ‘Marx et Engels et la gauche hégélienne’, cit. pp. 389-395; (16) Per i ‘Manoscritti, cfr. MEGA, 1,3, pp. 33-172 e 589-596. Per l”Ideologia tedesca’, cfr. MEGA, 1,5, pp. 3-528; (17) Cfr. B. Nikolaevskij, O. Maenchen-Helfen, Karl Marx, Einaudi, Torino, 1969 (1937), pp. 86 sgg.; (18) Cfr. la testimonianza del russo Aleksej Voden (1893) in ‘Reminiscences of Marx and Engels (1927), ora in Colloqui con Marx ed Engels, cit. pp. 522-530. Su questa testimonianza cfr. anche David McLellan, Marx prima del marxismo, Einaudi, Torino, 1974, pp. 242-243; (19) Cfr. Friedich Engels, Ludovico Feuerbach e il punto d’approdo della  filosofia classica tedesca, Rinascita, Roma, 1950 (1886). Su questo testo cfr. Gareth Stedman Jones, ‘Engels e la fine della filosofia classica tedesca’, in ‘Comunità’, n. 177, 1977, pp. 211-235. Oltre alla biografia di Gustav Mayer (Einaudi, Torino, 1969) cfr per un rapido ritratto “filosofico” David McLellan, Engels, Harvester, Hassocks, 1977, pp. 56-64. Per le ‘Tesi su Feuerbach (1845) cfr. Marx Engels, Opere complete, vol. V, Editori Riuniti, Roma, 1972, pp. 3-7]