“Dei temi non direttamente italiani sui quali questa prima parte del carteggio richiama l’attenzione i più importanti sono forse alcuni problemi internazionali del movimento socialista, e precisamente, per usare un’espressione di Labriola, cosa sia e in quali atti e legami debba consistere l”internazionalità socialistica’. Questa, a giudizio di Labriola, non può limitarsi allo scambio di indirizzi di saluti e auguri in occasione dei congressi. Essa significa intanto, nella sua forma più elementare, dare informazioni precise sull’Italia e dare, per quanto riguarda il partito, informazioni non propagandistiche ma aderenti alla realtà, critiche, atte ad orientare effettivamente i movimenti socialisti stranieri, anche se private e riservate come, Labriola lo sottolinea più volte, è giusto che sia quando gli avversari sono ancora tanti, quando il movimento non è ancora così forte da potersi permettere la pubblicità delle critiche e quando si tratta pur sempre di deficienze che saranno superate. Significa poi istituire, sotto l’alleanza o l’ostilità reciproca dei governi e delle classi borghesi, una solidarietà proletaria: saper resistere alle tendenze nazionalistiche, che sono un cedimento verso la propria borghesia, e saper esprimere in qualche modo il proprio appoggio nei momenti critici al movimento popolare e operaio degli altri paesi. In tale quadro si collocano le critiche di Labriola alle esitazioni e al silenzio del partito operaio francese di fronte ai fatti di Aigues-Mortes, le critiche all’autosufficienza dei partiti socialisti francese e tedesco, le offerte di denaro per gli scioperanti di Carmaux o le vittime di Falkenau e Ostrau, il sollecitare a tedeschi e ad austriaci e a quasi tutti i partiti socialisti europei manifestazioni di solidarietà per i Fasci siciliani. Altra questione importante che tocca il problema dell’internazionalità è quella dell’emigrazione operaia italiana e della funzione di massa di manovra per il contenimento dei salari che essa si trovava ad assolvere. Labriola si adopera perché i partiti socialdemocratici dei paesi ospitanti l’emigrazione aiutino la tendenza all’associazione di questi gruppi di lavoratori italiani e contribuiscano alla loro presa di coscienza sindacale e socialista. Occorrerebbe creare – è la conclusione di Labriola, una conclusione che esprime chiaramente la sua concezione pluralistica dell’unità del movimento socialista internazionale – un organo internazionale del socialismo. Si tratta in sostanza di riuscire a fare in forma sistematica e multilaterale, non più solo personale, ciò che Labriola cercava di fare con la sua corrispondenza, e ciò che soprattutto faceva, con i libri, con gli articoli, con le lettere, il “cervello internazionale” Engels” [Aldo Zanardo, Introduzione] [(in) [Antonio Labriola, a cura di Aldo Zanardo, Lettere di Antonio Labriola a L. Mariano e J. Guesde, a V. Adler e W. Ellenbogen, a G.V. Plechanov, 1892-1900, Annali Feltrinelli 1962, edizione 1963]