‘Dopo il maggio 1922 un attacco celebrale ha interrotto le sue attività [di Lenin, ndr], già ridotte dopo il luglio 1921. Il suo stato di salute gli impedì di partecipare alle sedute del IV Congresso dell’IC. Presentò tuttavia, il 13 novembre 1922, un rapporto su ‘Cinque anni di rivoluzione russa e le prospettive della rivoluzione mondiale’. E’ il suo penultimo discorso pubblico, che tenne in tedesco, non senza difficoltà di trovare le parole, malgrado l’aiuto di Radek. Per Rosmer, che l’aveva visto all’epoca del precedente congresso, “non era consentita nessuna illusione”. Il pensiero di Lenin era sempre fermo, ma era profondamente colpito. In dicembre, avrà un secondo attacco. Il messaggio di quest’uomo isolato e indebolito è breve e pressoché tragico. Occorre collocarlo nel contesto di quello che va ad essere, dal dicembre 1922 al marzo 1923, il suo ultimo combattimento, disperato e mancato, per salvare la sua opera. A fronte delle prospettive per la rivoluzione mondiale, lascia in eredità una semplice consegna: occorre studiare. Dopo il tornante della NEP, è quello che ripete senza soste. Disse nuovamente che non c’era nulla di più importante e che finché le potenze capitalistiche lasceranno un respiro, occorreva utilizzarlo per studiare “dall’ inizio”‘ [Maurice Andreu, L’ Internationale communiste contre le capital, 1919-1924. Ou Comment empoigner l’adversaire capitaliste?, 2003] [V.I. Lenin – Materiali Bibliografici] [LBM*]
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- Articolo pubblicato:23 Marzo 2014