“Il compendio di Cafiero, lodato da Marx, oggetto, per molto tempo, di apologia di biografi, è stato recentemente accusato di semplicismo rivoluzionario, perché “la dottrina economica di Marx vi assume una veste etica e il materialismo storico si trasforma in una metafisica materialistica” (1). Quest’accusa ci sembra eccessivamente severa, dati i modesti limiti in cui si tiene il compendio: quelli, cioè, di un’esposizione informativa, elementarmente divulgativa e tale da non impegnarsi e non impegnare su un superiore piano ideologico. Marx fu sempre preoccupato delle difficoltà che potesse incontrare il lettore meno provveduto. “Il motivo di analisi di cui mi sono servito – scriveva nella prefazione all’edizione a dispense di Roy – e che finora non era stato applicato alle questioni economiche rende assai ardua la lettura dei primi capitoli, e c’è da temere che il pubblico francese, sempre impaziente di giungere a conclusione, avido di conoscere il rapporto dei princìpi generali con le questioni immediate che lo appassionano, si scoraggi per non aver potuto subito passare oltre”. E quando l’amico dott. Kugelmann gli scrisse che sua moglie desiderava leggere ‘Il Capitale’, ma trovava difficoltà proprio in principio, Marx gli scrisse: “La sua signora moglie può anzitutto leggere i capitoli sopra la giornata di lavoro, la cooperazione, la divisione del lavoro e le macchine, e poi passi al capitolo dell’accumulazione primitiva”. Si può affermare che il ‘Compendio’ di Cafiero sia su questa traccia. La sintesi maggiore è raggiunta nei primi capitoli ed è, così, appagato il desiderio del lettore di presto “giungere a conclusione”. La successiva economia del lavoro e anche – ci sembra onesto aggiungere – il contributo dei brani del ‘Capitale’ citati integralmente e la stessa ricchezza esemplificatrice di cui Cafiero si compiace, sembrano ispirati al consiglio che Marx enunciava ad uso della signora Kugelmann, e cioè ad uso di qualsiasi lettore appassionato della materia ma sprovveduto di preparazione scientifica. In questo lettore Marx, con la predetta lettera all’editore Roy, identificava l’operaio. La considerazione che ‘Il Capitale’, per mezzo della pubblicazione a dispense, fosse “più accessibile alla classe operaia” era per lui la “considerazione avente maggior peso di ogni altra”” [Luigi Trevisani, Prefazione] [(in) ‘”Il Capitale” di Carlo Marx, brevemente compendiato da Carlo Cafiero, 1950] [(1) Luigi Dal Pane, nel citato numero di “Romagna socialista”]