“A partire dalla metà di novembre del 1830 il governo inglese fu presieduto da Grey, lord Palmerston ebbe la direzione degli affari esteri. Da allora sino alla sua morte avvenuta nel 1865 Palmerston, ora come “segretario di Stato” per gli affari esteri, ora come primo ministro, ora come segretario di Stato per gli affari interni, o infine come esponente dell’opposizione esercitò una profonda influenza sulla politica estera dell’Inghilterra. Karl Marx ha così definito Palmerston: “‘Tory’ di origine, egli seppe tuttavia introdurre nella direzione degli affari esteri tutto quel groviglio di menzogne che costituisce la quintessenza della politica dei ‘whigs’. Egli sa magnificamente combinare la fraseologia democratica con le concezioni oligarchiche, sa dissimulare bene la pacifica politica mercantile della borghesia dietro il fiero linguaggio dell’aristocratico inglese del vecchio regime; egli sa fingere l’attacco, quando in realtà acconsente, e la difensiva, quando in realtà tradisce; sa astutamente risparmiare un nemico apparente e condurre alla disperazione l’alleato di oggi; nel momento decisivo di un conflitto sa schierarsi con il più forte contro il più debole e possiede l’arte di lanciare frasi audaci, altisonanti mentre fugge davanti al nemico. Alcuni lo accusano di essere venduto alla Russia, altri sospettano di lui un “carbonaro” (1). Marx seguì attentamente l’attività di Palmerston. Egli non credeva alla sincerità dell’atteggiamento ostile di Palmerston verso la Russia di Nicola e per un certo periodo considerò con serietà le affermazioni di un pubblicista esaltato Urquhart, secondo il quale Palmerston era venduto alla Russia”  [Vladimir Potiomkin, Storia della diplomazia (Istoria Diplomatii). Volume secondo, 1956]  [(1) K. Marx, Lord Palmerston, in K. Marx F. Engels, Opere complete, op.cit., v. IX, pp. 488-489]