“Molto spesso Hegel ricorre a mere astrazioni come principi direttivi di eventi specifici. Per esempio, parlando della scomparsa della schiavitù nell’Europa occidentale, egli scrive: “Ci si è posti la domanda: perché è scomparsa la schiavitù dall’Europa moderna? Per spiegare questo fenomeno è stata addotta una circostanza speciale dopo l’altra. Il motivo reale per cui non ci sono più schiavi nell’Europa cristiana va rinvenuto nel principio stesso del Cristianesimo, la religione della libertà assoluta (36)”. Marx non negava che nella storia si potesse trovare un ordine ma negava che vi fosse un ordine teleologico; non negava che vi fosse determinismo, ma negava che vi fosse predeterminazione o fatalismo. Marx condivide con Hegel l’opinione che l’ordine degli eventi storici sia qualcosa di più che una registrazione confusa di accadimenti casuali; non afferma però che qualsiasi cosa potrebe essere accaduta in passato. Marx si differenzia da Hegel nel rifiuto di credere che quello che è accaduto abbia un significato maggiore di quello che gli uomini possono trovarci. La storia, Marx non si stanca mai di ripeterlo, è fatta dagli uomini, non è il prodotto dell’operazione ‘automatica’ di forze impersonali, siano esse lo spirito, la natura, il modo di produzione economico o qualsiasi altra. Lo sforzo umano è il modo attraverso il quale passa ciò che è storicamente determinato. D’altra parte la storia non si compie nella forma in cui amano personificarla i cantastorie e gli idealisti. “La storia non fa ‘niente’, essa non “possiede alcuna enorme ricchezza”, “‘non’ combatte nessuna lotta!”. E’ piuttosto l”uomo’, l’uomo reale, vivente che fa tutto, possiede e combatte tutto; non è la “storia” che si serve dell’uomo come mezzo per attuare i ‘propri’ fini, come se essa fosse una persona particolare; essa non è altro che l’attività dell’uomo che persegue i suoi fini” (37). Ora perfino Hegel in alcuni luoghi ha ammesso ‘malgré lui’ che gli uomini fanno la propria storia. Egli è attento perfino al fattore condizionante della geografia, ma quando vuole spiegare un qualsiasi evento specifico, ricerca un’intuizione causale nelle idee che gli uomini hanno in testa e nei motti con cui marciano in battaglia. Marx però cerca una spiegazione causale dell’attività storica non nel modo di pensare della gente, non nelle idee astratte, ma nei bisogni concreti e nelle condizioni da cui derivano quei bisogni. Il bisogno umano è la forza propulsiva che sta dietro l’azione e dietro la motivazione plausibile che noi proponiamo per giustificare quell’azione. Il bisogno fornisce all’uomo i problemi e la forza per risolverli. Il bisogno, la “manifestazione pratica della ‘necessità'”, come Marx lo definisce, porta gli esseri umani alla coscienza, alla coscienza di classe, alla rivoluzione. ‘La storia quindi si può spiegare razionalmente, ma non è creata dalla ragione'” [Sidney Hook, Da Hegel a Marx. Studi sullo sviluppo intellettuale di Karl Marx, 1972] [(36) G.W.F. Hegel, Enzykopädie, cit., § 163, Zusatz; (37) Engels-Marx, La sacra famiglia, cit, p. 121]