“La politica era ‘studio’ per Marx. Odiava a morte i politicanti da strapazzo e la loro ciarlataneria. E come immaginare infatti una cosa più assurda? La ‘storia’ è il prodotto di tutte le forze che agiscono all’interno degli uomini e della natura, il prodotto del pensiero, delle passioni, dei bisogni umani. La politica è ‘teoricamente’ la ‘conoscenza’ dei milioni e bilioni di fattori che tessono la “tela della storia” e ‘praticamente’ l”azione’ determinata da quella conoscenza. ‘La politica è dunque scienza e scienza applicata’. La scienza politica o scienza della politica è in certo modo l’essenza di tutte le scienze, poiché abbraccia tutta la sfera dell’attività dell’uomo e della natura, attività che costituisce lo scopo di ogni scienza. Eppure ogni pagliaccio è convinto di essere un grande politico o addirittura un grande uomo di stato – come ogni pagliaccio è convinto di essere un buona giornalista. Per entrambe le cose non occorre – secondo l’opinione dei più – aver imparato un bel nulla. Ci si “nasce” per dirla con Sohm, professore a Lipsia. Quando parlava delle teste vuote che all’osteria, sui giornali, nelle assemblee popolari e nei parlamenti con un paio di frasi stereotipate si aggiustano le cose a modo loro e, scambiando per fatti i loro desideri e le loro idee più o meno confuse, indicano la via ai destini del mondo, per fortuna senza che il mondo se ne dia per inteso, Marx perdeva veramente le staffe. E in quelle “teste vuote” egli comprendeva anche non pochi “grandi uomini”, altamente rinomati e celebrati. (…) Osservare un uomo simile accogliere in sé la lezione dei rapporti sociali e penetrare sempre più a fondo nella natura della società costituisce già da solo un elevato godimento spirituale. Mai potrò ringraziare abbastanza la fortuna che ha condotto a Marx il giovanotto inesperto e assetato di sapere che io ero e lo ha affidato alla sua influenza e al suo insegnamento. Un insegnamento che non poteva che essere poliedrico (…)” [Wilhelm Liebknecht ,’Karl Marx zum Gedächtnis’, 1896] (1850-62)] [(in) ‘Colloqui con Marx e Engels’. Testimonianze sulla vita di Marx e Engels raccolte da Hans Magnus Enzensberger, 1977]