“L’ampio capitolo che Rossi (1) dedica all’analisi della “prima grande opera del giovane pensatore”, ossia la ‘Critica del diritto statuale hegeliano’, risulterà in particolare di assai utile lettura, evidenziando esso come Marx, con la sua critica del “principio” hegeliano, abbia “contemporaneamente raggiunto il risultato di apprestare a sé stesso ‘lo strumento di una nuova metodologia critica’ in generale”, ossia il metodo, applicato subito nella demolizione delle ipostasi hegeliane, “di assumere gli elementi problematici nel loro punto conclusivo per risalire al principio e ripercorrere il procedimento” (p. 329). Alla luce di questa consapevolezza di metodo, la ‘Critica’ è allora da valutare come il vero “punto di partenza” del cammino che condurrà Marx alla concezione materialistica della storia, ossia al punto d’approdo di tutta la sua storia giovanile. Di questa storia, ricchissima quant’altra mai nella reciproca implicazione di temi che vanno dall’iniziale critica dell’economia politica e dalla fondazione dell'”umanismo positivo” nei ‘Manoscritti del ’44’ alla prima resa dei conti con la Sinistra hegeliana nella ‘Sacra Famiglia’, e dal fondamentale abbozzo della concezione materialistica della storia nell”Ideologia tedesca’ alla “filosofia della prassi” delle ‘Tesi su Feuerbach’ nonché all’approfondimento (nel metodo e nell’oggetto) della critica dell’economia politica nella ‘Miseria della filosofia’ e infine al ‘Manifesto’ ossia al “documento che segna con esattezza il ‘punto d’attuazione’ del ‘rovesciamento pratico’” (p. 953), Rossi ripercorre le singole fasi alternando l’esposizione dettagliata a dense pagine di commento interpretativo: e talvolta forse l’una e le altre si sarebbero potute contenere entro limiti più ristretti” [Nicolao Merker, ‘Marx e la dialettica hegeliana, di Mario Rossi’, ‘Critica marxista’, n° 3 maggio-giugno 1964] [(1) Recensione del volume di Mario Rossi, Marx e la dialettica hegeliana. II. La genesi del materialismo storico, Editori Riuniti, Roma, 1963, p. 1041]