“Nella ‘Sacra famiglia’ ritorna, con un certo assillo, la polemica contro l’astrazione degli hegeliani mascherati alla Bauer. La loro critica “è e rimane – si legge nel testo – una ‘vecchia donna, l’avvizzita e vedova filosofia hegeliana, che imbelletta e ritocca il suo corpo rinsecchito fino alla più ripugnante astrazione, e fa l’occhiolino per tutta la Germania cercando un pretendente” (15). A questo sfogo assai significativo vale la pena di affiancare quel passo in cui Marx, oltre a ribadire la sua avversione all’astrazione, inizia la polemica contro la ragione. “Se io, – dice Marx – dalle mele, pere, fragole, mandorle, reali mi formo la rappresentazione generale “frutto”, se vado oltre ” immagino” che “‘il’ frutto”, la mia rappresentazione astratta, ricavata dalla frutta reale, sia un’essenza esistente fuori di me, sia anzi l’essenza ‘vera’ della pera, della mela, ecc., io dichiaro – con espressione ‘speculativa’ – che “‘il’ frutto” è la “sostanza” della pera, della mela della mandorla, ecc. Io dico quindi che per la pera non è essenziale essere pera, che per la mela non è essenziale essere mela. L’essenziale, in queste cose, non sarebbe la loro esistenza reale, sensibilmente intuibile, ma l’essenza che io ho astratto da esse e ad esse ho attribuito , l’essenza della mia rappresentazione “‘il’ frutto”. Io dichiaro allora, che mela, pera, mandorla, ecc. sono semplici modi di esistenza, ‘modi’ “‘del’ frutto”. Il mio intelletto finito, sorretto dai sensi, ‘distingue’ certamente una mela da una pera e una pera da una mandorla, ma la mia ragione speculativa dichiara questa diversità sensibile inessenziale e indifferente” (16.). Un solo concetto, essenziale per la ricostruzione del metodo di Marx, va sottolineato in questa opera, assumendo un peso notevole nella polemica antispeculativa: è il concetto di intelletto in contrapposizione al concetto di ragione. Nell’introduzione abbiamo visto come per Hegel l”ordinario intelletto umano (o senso comune)’ fissa gli opposti nella loro separazione, mentre la ragione sorpassa queste “determinazioni divisive”, mediandole. In questa disputa tra intelletto e ragione, risvolto filosofico della polemica tra opposizione reale e opposizione dialettica, Marx si schiera decisamente dalla parte dell’intelletto. A conclusione di una prima fase della discussione sulla questione ebraica, rimprovera a Bauer l’uso del metodo hegeliano; dicendo che: “La filosofia ‘speculativa’, specialmente la filosofia ‘hegeliana’, doveva di necessità, per poter rispondere, tradurre tutte le questioni dalla forma del sano intelletto umano nella forma della ragione speculativa, e doveva trasformare la questione reale in una questione speculativa” (17). La ragione dialettica (o “speculazione ubriaca”) ha la funzione di trasferire la vita reale nel mondo rasserenato dell’Idea, in una sorta di allegoria pacificatrice, in cui le opposizioni in lotta trovano uno stabile equilibrio. L’intelletto però non si caratterizza per essere soltanto l’altro dalla ragione speculativa, ma anche per l’adesione al materialismo. ‘Intelletto, materialismo e opposizioni reali’ sono, per il giovane Marx, l’uno la proiezione degli altri. Dalle pagine sul materialismo anglo-francese è possibile capire che la fonte di questa sua tematica non è Kant, come per anni si è detto in Italia, ma la polemica antimetafisica di Descartes e Locke, di Lamettrie e Helvetius, di Condillac e Bayle. “Con la dissoluzione scettica della metafisica, – dice Marx – ‘Pierre Boyle’ non ha preparato solo la diffusione in Francia del materialismo e del sano intelletto umano” (18). Anche Locke aveva dato un notevole contributo alla dissoluzione della metafisica quando “aveva posto le basi della filosofia del bon sens, del sano intelletto umano, cioè aveva detto, per via indiretta, che non si dà alcuna filosofia separata dai sani sensi umani e dall’intelletto basato su di essi” (19). Dovranno passare vari anni prima che Marx riesca a gettare le basi di una nuova teoria della conoscenza, che sappia distinguere, all’interno del materialismo, l’astrazione dal semplice riflesso della sensibilità nel pensiero” [Enrico Grassi, Forme storiche del capitale e metodo marxista, 1979] [(15) ‘La sacra famiglia’, cit, p. 23; (16) Ivi, p. 71; (17) Ivi, p. 118; (18) Ivi, p. 167; (19) Ivi, p. 170 e p. 187]
- Categoria dell'articolo:Nuove Accessioni
- Articolo pubblicato:30 Ottobre 2013