“”Lavoro come un pazzo, le notti intere, per riassumere i miei studi economici, in modo da avere messo in chiaro almeno i lineamenti fondamentali (‘Grundrisse’) prima del diluvio”. Così Marx a Engels in una lettera del novembre 1857. Il “diluvio”, che poi non ci fu, era la rivoluzione europea da lui prevista come conseguenza della grave crisi finanziaria ed economica che aveva investito il continente e l’Inghilterra in quegli anni, e aveva raggiunto l’acme proprio nel 1857, inducendolo a intraprendere il suo colossale sforzo teorico. Dall’estate del 1852, a causa della sua insostenibile situazione economica, Marx aveva dovuto dedicarsi all’attività pubblicistica, in particolare come corrispondente per il “New York Tribune”, interrompendo gli studi di economia. E quest’attività giornalistica egli continuò a svolgere di giorno nel periodo in cui dedicava le notti ai ‘Grundrisse’. Le sue corrispondenze di quegli anni, costringendolo a un confronto concreto con una serie di problemi di attualità, alla fine si sono peraltro rivelate assai fruttuose anche per l’elaborazione teorica di questo periodo, tanto da aver lasciato numerose tracce fin nell’opera compiuta, ‘Il capitale’. Il giornalismo lo costrinse infatti a prender dimestichezza con una serie di problemi che, pur esulando dall’ambito della scienza dell’economia politica propriamente detta, lo ancorarono a realtà essenziali del suo tempo, approfondirono e allargarono il campo delle sue ricerche. Basti pensare alle numerose corrispondenze sulla classe operaia e i suoi scioperi, sui problemi di politica commerciale, sulle congiunture economiche. E inoltre ai contributi, rivelatisi poi eccezionalmente fruttuosi sul piano teorico, dedicati ai rapporti agrari in Scozia e Irlanda, alla politica coloniale praticata dall’Inghilterra nei confronti dell’India e della Cina. Da qui trassero infatti ispirazione e alimento le sue riflessioni teoriche sui residui del comunismo agrario in Europa e in Asia e le sue ipotesi su un modo di produzione asiatico sostanzialmente diverso dalle classiche formazioni economiche precapitalistiche europee. Un’altra caratteristica essenziale di questo manoscritto, che lo distingue radicalmente dalle opere economiche da lui approntate per la stampa, è la trasparenza del suo legame profondo, che si manifesta anche sul piano terminologico, con il metodo di Hegel. L’influenza che la dialettica hegeliana ha continuato a esercitare anche sull’opera della maturità di Marx, qui si palesa in una serie di categorie riprese direttamente dalla ‘Logica’. “Nel metodo dell’elaborazione – scrive Marx a Engels mentre è impegnato nella stesura del manoscritto dei ‘Grundrisse’ – mi è stato molto utile l’aver risfogliato, per puro caso, la ‘Logica’ di Hegel”. Il fine che Marx si è proposto con questa sua opera è, come dice egli stesso scrivendo a Lassalle, “la critica delle categorie economiche o, se si vuole, il sistema dell’economia borghese rappresentato criticamente”” [Giorgio Backhaus, Nota del curatore] [(in Karl Marx, Lineamenti fondamentali di critica dell’economia politica. (“Grundrisse”), 1983]