“L’aspra esperienza della vita ha dimostrato quanto fosse nel vero Marx, allorché scriveva: “Noi… diciamo ai lavoratori: – voi dovete attraversare quindici, venti, cinquant’anni di guerre civili e nazionali, prima che possiate modificare non solo le condizioni, ma voi stessi ” (1). L’antica società si disintegra, così nella sua formazione statale come in quella produttiva, e ‘va in sfacelo, fino al fondo, fino alle sue ultime profondità’. Mai ancora avvenne un crollo così poderoso. Ma solo così può compiersi la rivoluzione del proletariato, che dagli elementi in dissoluzione, riuniti in nuova connessione, in nuova combinazione secondo nuovi principi, costruisce le basi della nuova società; e le costruisce come soggetto di classe, come potere organizzato, che è in possesso di un disegno organico e della più elevata volontà d’attuarlo, ad onta di tutti gli ostacoli. L’umanità paga un terribile fio per gli errori del sistema capitalista: e solo una classe come il proletariato, la classe prometeica, sarà capace di sopportare gli inevitabili tormenti del periodo di trasformazione, per indi accender la fiaccola della società comunista” [N. Bucharin, ‘L’economia del periodo di trasformazione’ (in)  ‘Rassegna comunista, teoria – critica – documentazione del movimento comunista internazionale, edita dal Partito comunista d’Italia, Milano, N° 24, 30 giugno 1922] [(1) “Rivelazioni sul processo dei comunisti in Colonia”, Berlino, 1914, pag. 52]