“Il determinismo tecnologico ha tradizioni nobili nel pensiero borghese in quanto, spesso, si è alimentato con le riflessioni di grandi scienziati della natura, i quali vedevano l’evoluzione sociale come il prodotto dell’evoluzione della scienza e lo sviluppo delle forze produttive essenzialmente come lo sviluppo della “scienza applicata” o traduzione della scoperta scientifica nello strumento tecnico. In certi momenti della sua storia il determinismo tecnologico si è intrecciato con il materialismo meccanicista formando una potente miscela dirompente nelle società precapitalistiche, dove predominavano ideologie reazionarie di conservazione e di rassegnazione. L’idea che la conoscenza della natura potesse tradursi nella macchina e che la macchina dovesse cambiare inevitabilmente una società statica era una invincibile idea-forza che sorreggeva la classe d’avanguardia, che la incoraggiava di fronte alle idee dominanti sulle masse, che le impediva di sentirsi soffocata e immobilizzata. Ogni profondo mutamento ha bisogno di idee-forza che abbiano la grandezza della verità semplice, ed ha ragione Bordiga quando, in una memorabile battaglia in difesa dell'”ortodossia”, irride a chi crede di sminuire i testi classici del marxismo definendoli la Bibbia dei comunisti. Magari fossimo già ad una tale diffusione del comunismo, pensa Bordiga ricordando che i grandi movimenti storici hanno marciato con i Corano e le Bibbie in mano e in testa. Il determinismo tecnologico doveva entrare in crisi quando la scienza stessa applicata alla società umana scopriva il meccanismo di riproduzione dei rapporti sociali che determinano la forma tecnica delle forze produttive. Non è la macchina a vapore che ha determinato la borghesia, ma è la borghesia che ha fatto della macchina a vapore una forma tecnica della produzione di capitale, così come lo farà con la macchina ad elettricità, ieri, e con la macchina automatizzata, oggi. Marx rimetterà uomini e macchine con i piedi in terra nella sua polemica con Proudhon, polemica ricordata più per la miseria della filosofia che per quella del determinismo tecnologico. Anche se la tentazione di analizzare lo sviluppo dei rapporti sociali partendo dall’analisi dello sviluppo tecnico ha fatto spesso capolino nella scuola marxista (basti pensare a certe pagine di Bukharin), la lezione di Marx ha trovato in Lenin un valido allievo. Purtroppo il lavoro di Lenin ha avuto scarso seguito” [Arrigo Cervetto, Un fallito tentativo di ristrutturazione inflazionistica][(in) Arrigo Cervetto, Forze e forme del mutamento italiano, Edizioni Lotta Comunista, 1997]