“Fino al 1912 Lenin assolse con solerzia le sue funzioni di delegato presso il B.S.I. (Bureau Socialiste International, ndr); egli fu presente a tutte le riunioni; tuttavia non si fece troppo notare, se non per i suoi interventi laconici e precisi nelle discussioni sulle nuove domande di ammissione all’Internazionale. Egli si oppose energicamente all’adesione dei sionisti socialisti, sostenne fino in fondo la richiesta della sinistra olandese, i «tribunisti» e, nel caso del Labour Party, si oppose a Kautsky pur mostrandosi più duttile di questi. Fu dopo la conferenza di Praga che Lenin divenne una figura di primo piano tra i delegati al Bureau: egli prese allora posizione al centro stesso delle controversie. Sul piano internazionale si moltiplicarono gli attacchi e le proteste contro di lui. Lenin contrattaccò utilizzando con accortezza tutte le possibilità e tutti i diritti che gli provenivano dalla sua condizione di delegato presso il B.S.I. Il suo nome divenne molto familiare negli ambienti socialisti europei. Ma questa inattesa pubblicità era più nociva che utile: e rimane il fatto che i bolscevichi, malgrado la loro energica propaganda, non furono compresi sul piano internazionale. A questo proposito è probante la bibliografia degli scritti di Lenin tradotti nei diversi paesi europei prima del 1914, o scritti per giornali socialisti non russi. Anche nei numerosi paesi dove gli scritti di Plechanov, ad esempio, avevano una considerevole diffusione, i soli testi di Lenin riprodotti nella stampa furono i documenti trasmessi dal B.SI. ai partiti affiliati sotto forma di circolari. Lenin si rendeva conto del suo isolamento nel movimento socialista internazionale. Ma nel 1912, e persino ancora nel 1914, egli pensava che le ragioni delle riserve che circondavano i bolscevichi dovessero essere cercate prima di tutto nel fatto che la socialdemocrazia occidentale attingeva le sue informazioni presso gli avversari dei bolscevichi stessi. I suoi sforzi per far apparire articoli e informazioni sulla stampa socialista occidentale, tuttavia, andarono a vuoto. Egli medesimo se ne lamentava nel gennaio 1914 scrivendo al sinistro olandese Winjkoop: «La stampa socialdemocratica tedesca ci boicotta» (48)” (pag 22) [Georges Haupt, ‘Lenin, i bolscevichi e la Seconda Internazionale (1905-1914)’, Rivista storica del socialismo, Firenze, n. 29, settembre-dicembre 1966] [(48) V.I. Lenin, ‘Socinenija’, V edizione, 48, pp. 249-251] [Lenin-Bibliographical-Materials] [LBM*]