“La voce dell’enciclopedia su cui, però, Draper si soffermò maggiormente, dedicandole un intero saggio pubblicato su “New Politics”, fu ‘Bolivar’, scritta dal solo Marx. Draper volle mostrare come l’analisi dell’articolo marxiano consentisse di mettere in luce le distorsioni operate dal marxismo novecentesco nelle discussioni sulle dittature nei paesi in via di sviluppo (1). Tali regimi autoritari venivano spesso giustificati o perché dipendenti dalla potenza americana, e dunque appartenenti al cosiddetto “mondo libero”, o perché, al contrario, filocomunisti. In quest’ultima prospettiva l’articolo di Marx su Bolivar era considerato da Draper interessante in quanto gettava una diversa luce sulla possibilità di difendere le “dittature” nei movimenti di liberazione nazionale. Bolivar – si leggeva nella voce marxiana – era stato discendente di una delle più ricche famiglie venezuelane della nobiltà creola. Aveva visitato l’Europa, assistendo, tra l’altro, all’incoronazione di Napoleone Bonaparte nel 1804. In Sud America aveva instaurato un potere autoritario e arbitrario, che aveva tentato di consolidare introducendo un Codice boliviano, sul modello di quello napoleonico. Nel Congresso di Panama del 1827 aveva avuto, poi, come obiettivo la creazione di una repubblica federale di tutto il Sud America, con lui stesso come dittatore. Infine la voce riassumeva brevemente il declino del potere di Bolivar e la sua morte nel 1830. Considerando che l’articolo avrebbe dovuto attenersi a uno stile “spassionato”, Marx aveva espresso molto chiaramente, secondo Draper, una posizione ostile all’autoritarismo di Bolívar, e aveva sostenuto la tesi che esso avesse finito per indebolire la lotta per l’indipendenza nel Sud America. Secondo Marx, dunque, il “bonapartismo” di Bolívar era stato sostanzialmente in contraddizione con i veri obiettivi rivoluzionari. L’articolo su Bolívar era stato incluso già nella prima edizione russa delle opere complete di Marx ed Engels, nel ’34, e ancora nel ’51 il dirigente comunista americano William Z. Foster aveva citato favorevolmente quel testo marxiano. Ma tale linea politica era stata poi ribaltata a causa della guerra fredda: con la seconda edizione russa delle operre e con i ‘Marx-Engels Werke’ tedesco-orientali era iniziata, dunque, una fase critica nei confronti del giudizio di Marx su Bolívar. Marx, in quella circostanza, si era sbagliato: le sue fonti lo avevano informato male; il ruolo di Bolívar in Sud America – sostenevano ora i comunisti – doveva essere considerato “progressista” (H. Draper, Karl Marx and Simon Bolívar, cit., pp. 39-40). Ma Draper rigettava tale posizione degli editori dell’Europa orientale: non era affatto vero che le fonti consultate da Marx per scrivere l’articolo avessero avuto una prospettiva ostile a Bolívar. Per preparare le voci della ‘New American Cyclopaedia’ Marx aveva consultato alla British Library enciclopedie francesi, tedesche e inglesi, e nell’ ‘Encyclopaedia Britannica’, nella ‘Penny Encyclopaedia’, nell”Encyclopedie du XIX siècle’, nel ‘Dictionnaire de la conversation’ e nel ‘Conversations Lexicon’ Brockhaus i giudizi erano prevalentemente pro-Bolivar. Rispetto a questo quadro, dunque, l’articolo di Marx risultava decisamente stridente, e infatti il curatore dell’opera statunitense Charles Dana aveva avuto su di esso non poco da obiettare” (ivi, p. 40)” [Giovanni Borgognone, Il socialismo dal basso. Hal Draper e la rifondazione democratica del marxismo, 2008] [(1) ‘Hal Draper, Karl Marx and Simon Bolivar: A Note on Authoritarian Leadership in a National-Liberation Movement, in Id., Socialism from Below, cit., pp. 34-48’]