“Eppure, nel giro di quattro-cinque mesi, le cose erano arrivate ad un punto tale che ‘La stampa’ doveva uscire il 5 maggio 1905 con un titolo greve quanto sintomatico: “Continua la corsa verso il disastro”: e l’articolo si occupava per l’appunto dell’industria automobilistica. La diagnosi va ritenuta esatta: per quanto solo parzialmente ed in un certo senso. Ma intanto, a quali clamorosi e desueti eventi si riferiva il quotidiano, naturalmente attento a tutto ciò che avveniva nella vita cittadina e perciò anche alle vicende della giovane industria dell’automobile? Le premesse di una tal grido d’allarme erano abbastanza evidenti: sino al 1904 si contavano nel settore quattro società con un capitale sottoscritto di poco inferiore ai 6 milioni. In quell’anno ne erano state fondate 6, nel 1905, 22 (e nel 1906 ne sorgeranno ancora 25) per un nominale complessivo di oltre 80 milioni. Tutto ciò mostrava già più di una componente patologica. Ma il disastro profetizzato da ‘La stampa’ ritrovava ben più corpose e preoccupanti motivazioni in quel che stava accadendo nella locale borsa valori a partire appunto dai primi giorni del 1905 (e non solo per i titoli automobilistici ma per quelli industriali in genere). Qualche decennio prima, lavorando alla stesura del secondo volume del ‘Capitale’, Marx, dopo aver scritto che “il capitale industriale è l’unico modo di essere del capitale in cui la sua funzione non sia soltanto l’appropriazione del plusvalore ma contemporaneamente la sua creazione” se ne usciva in una folgorante intuizione-anticipazione: “ma il processo di produzione appare soltanto come un termine medio inevitabile, come un male necessario per far denaro… Tutte le nazioni a produzione capitalistica vengono colte periodicamente da una vertigine nella quale vogliono far denaro senza la mediazione del processo di produzione”. Nell’Italia – e nella Torino – del 1905 era uno di questi momenti di “vertigine” che veniva prendendo campo e rilievo”. (pag 118) [Giorgio Mori, Il capitalismo industriale in Italia. Processo d’industrializzazione e storia d’Italia, 1977)