“A seguito delle vittoriose affermazioni rivoluzionarie e popolari di Vienna e Berlino Marx ed Engels erano rientrati da Parigi a Colonia l’11 aprile 1848 per organizzare e proseguire la lotta. L’attività della Lega dei comunisti mirava “1) alla diffusione delle “Rivendicazioni del partito comunista in Germania”, 2) alla fondazione di “Arbeitervereine” e 3) alla creazione di un grande organo della democrazia, la “Neue Rheinische Zeitung””. Mentre il numero degli “Arbeitervereine” crebbe immediatamente, sicché esso era già assai elevato nell’aprile-maggio 1848, carente era invece il livello di preparazione politica degli aderenti poiché la maggior parte dei lavoratori continuava a restare ancorata a interessi e concezioni piccolo-borghesi. Le maggiori difficoltà incontrate da Marx e Engels nella organizzazione e politicizzazione degli “Arbeitervereine” si focalizzavano nella lotta al settarismo di Andreas Gottschalk, presidente dello “Arbeiterverein” di Colonia, che sosteneva che il proletariato non aveva bisogno di alleati ed era in grado di istituire subito una repubblica dei lavoratori, e nella opposizione alle spontanee e forti tendenze tradeunionistiche che inducevano molti lavoratori a vedere il più importante compito della rivoluzione nell’immediato miglioramento delle loro condizioni economiche. Queste tendenze si riassumevano nella teoria di Stephan Born che aveva fondato il 19 aprile 1848 a Berlino un “Comitato centrale per i lavoratori” a carattere sindacale e sosteneva che, a differenza che in Inghilterra e in Francia, la mancanza di una grande industria non aveva portato in Germania ad una acutizzazione dei conflitti di classe e che quindi si trattava allora solo di arrivare ad un equilibrio fra capitale e lavoro attraverso riforme sociali. Da che si arguisce che la voluta accentuazione del ‘sociale’ di Born era altrettanto dannosa quanto il radicalismo e l’oltranzismo di Gottschalk, perché induceva i lavoratori a credere che fosse possibile piegare il potere del capitale attraverso le riforme, dimenticando che solo precise ed immediate conquiste politiche potevano creare la base per la soluzione di tutti i problemi immediati e futuri del proletariato (Cfr. K. Obermann, ‘Deutschland von 1815 bis 1849’, Berlin, 1967, pp. 306-12 e passim). Le “Rivendicazioni del partito comunista in Germania” redatte in diciassette punti il 1° aprile 1848 da K. Marx, K. Schapper, H. Bauer, F. Engels, J. Moll, W. Wolff e aperte da motto “Proletari di tutti i paesi, unitevi!”, così come le vicende che portarono alla fondazione della “Neue Rheinische Zeitung” sono registrate in ‘Rhenische Briefe und Akten zur Geschichte der politischen Bewegung, 1830-1850’, a cura di J. Hansen, vol. II. 1846-1850, prima metà (gennaio 1846-aprile 1848), Bonn 1942, pp. 702-10)” [Giuseppe Farese, Poesia e rivoluzione in Germania 1830 – 1850, 1974, nota 8 p. 196-97]