“Vogliamo soltanto osservare, perché la constatazione è quanto mai ovvia, che il Sombart, vecchio studioso ed ottimo conoscitore del pensiero marxista, ha tratto indubbiamente da Carlo Marx l’ispirazione prima a questa sua opera. Da Marx, che può considerarsi del resto il suscitatore di tutti gli studi di storia economica dell’ultimo cinquantennio, egli ha desunto, aderendovi pienamente, il concetto e la definizione dell’impresa capitalistica, caratterizzata dalla netta separazione fra chi lavora e chi possiede gli strumenti di lavoro; da lui egli ha accettato, con qualche correzione, la classificazione delle forme di produzione succedutesi nell’età moderna. Ma anche nel punto fondamentale più originale e più discusso delle ricerche del Sombart, nella sua tesi cioè sulla formazione del capitale, l’influenza di Marx può considerarsi sicura. Non che fra le due tesi non vi siano differenze profonde. Per Marx, com’è noto, la formazione del capitalismo trova il suo fondamento nella esistenza di una grande massa di forza lavoro nullatenente, di proletari, di cui sia possibile assicurarsi lo sfruttamento, e la spinta decisiva al formarsi di una classe capitalistica fu data soprattutto nel secolo XVI, nel momento in cui grandi masse di uomini furono violentemente privati dei loro mezzi di sussistenza, e furono gettati sul mercato del lavoro; e la base di questo processo, che egli segue nella storia economica dell’Inghilterra, è costituita dalla espropriazione dei piccoli produttori rurali. Sombart, invece, pur riconoscendo che condizione essenziale dell’impresa capitalistica è l’esistenza di una massa di lavoratori privi degli strumenti di produzione e soggetti al capitale, non mette in piena luce la ricerca del modo e delle ragioni per cui si è costituito il proletariato, ma si interessa molto di più del modo di formazione del patrimonio e della sua trasformazione in capitale. Tuttavia è per lo meno probabile che, anche in questa sua ricerca, egli non sia del tutto indipendente da Marx e che la sua tesi preferita, ed ora soltanto attenuata, della formazione del capitale per la sola via dell’accumulazione della rendita fondiaria, gli sia stata suggerita dalla tesi contraria di Marx, che aveva visto la prima origine del capitale industriali nei patrimoni accumulati nelle città medievali con l’usura e col commercio e trasformatisi poi in capitale quando l’immigrazione del proletariato dalla campagna in città fornì la forza di lavoro da sfruttare.” [Gino Luzzatto, ‘L’origine e gli albori del capitalismo. A proposito della seconda edizione del “Capitalismo moderno” di Werner Sombart] [in: Gino Luzzatto, Dai servi della gleba agli albori del capitalismo. Saggi di storia economica, 1966]