“S’illudeva davvero il partito socialdemocratico tedesco quando credeva di poter disinvoltamente eludere i problemi teorici e politici della conquista del potere manipolando l’introduzione di Engels a ‘Le lotte di classe in Francia’ di Marx in modo tale da far del suo autore “un pacifico adoratore della legalità ‘quand même'”, come scriveva lo stesso Engels a Kautsky il 1° aprile 1895 protestando indignato per l’adulterata pubblicazione sul “Vorwärts”. A sessantadue anni di distanza quei problemi sono ancora un ‘hic Rhodus’ per il movimento operaio. Non valse, allora la protesta di Engels a squalificare definitivamente quell’espediente tipico del “revisionismo opportunista”, il quale sempre ricorre – per alterare la sostanza facendo mostra e vanto di fedeltà ai principî – alla deformazione dei testi, alla interpretazione tendenziosa, alle citazioni di comodo. Neppure la successiva pubblicazione sulla “Neue Zeit” ripristinò il testo integrale di Engels, al quale pertanto credette di potersi richiamare Eduard Bernstein per giustificare il suo proclamato “revisionismo”. Ma questo aveva, appunto, almeno il merito di essere dichiarato. Ad esso perciò possiamo riferirci come a una posizione ben definita, responsabile e non evasiva, nella storia del movimento operaio marxista” [Antonio Giolitti, Riforme e rivoluzione, 1957]
- Categoria dell'articolo:Nuove Accessioni
- Articolo pubblicato:20 Dicembre 2012