“Scrive il Fallot: “Marx si serve poco volentieri della definizione hegeliana ‘scienza, mezzo di lavoro’ per definire la scienza nelle condizioni capitalistiche della produzione. In queste condizioni, la scienza non è il mezzo di lavoro, ma il mezzo del capitale per meglio sfruttare il lavoro” (J. Fallot, Marx et le machinisme, 1966, p. 62). Scrive infatti Marx: “dopo l’introduzione delle ‘macchine’ l’operaio combatte proprio il mezzo di lavoro stesso, ossia il ‘modo materiale di esistenza del capitale’. Si rivolta contro questa forma determinata di ‘mezzo di produzione’ come fondamento materiale del ‘modo capitalistico di produzione'” (Il Capitale, I, IV, p. 472). E poco oltre: “Il mezzo di lavoro schiaccia l’operaio” (Ivi, p. 476). Dunque, esso non è più veramente ‘mezzo di lavoro’, o lo è solo in modo contraddittorio con se stesso, ciò che Marx esprime anche mostrando che, nelle condizioni capitalistiche della produzione e dell’utilizzazione della scienza da parte del capitale, è il lavoratore che diventa l'”appendice” del suo mezzo, anziché quest’ultimo il prolungamento del lavoratore” [Roberto Prato, Uso capitalistico e uso alternativo delle macchine] [in ‘Classe, quaderni sulla condizione e sulla lotta operaia’, 1971]