“Il cristianesimo è, all’origine, un movimento di nullatenenti, così come la socialdemocrazia , e quindi entrambi hanno molto in comune l’uno con l’altra, ciò che fu spesso rilevato anche precedentemente. Engels, poco prima della sua morte, ha ugualmente fatto riferimento a ciò in un articolo ‘Per la storia del cristianesimo primitivo’ nella “Neue Zeit” (1), che testimonia quanto Engels si occupasse allora dell’argomento, tanto da risultargli naturale il parallelo nella sua introduzione alle ‘Lotte di classe in Francia’. Egli vi scrive: “La storia del cristianesimo primitivo presenta notevoli punti di contatto con quella del movimento operaio moderno. Come questo, il cristianesimo fu all’origine un movimento di oppressi: sorse come religione degli schiavi e dei liberti, dei poveri e dei privi di diritti, dei popoli soggiogati o dispersi da Roma. Entrambi, il cristianesimo come il socialismo operaio, predicano una immanente liberazione dalla servitù e dalla miseria. Il cristianesimo pone questa liberazione in una vita che è di là dopo la morte, nel cielo, il socialismo in questo mondo, in una trasformazione della società. Entrambi vengono perseguitati e vessati, i loro seguaci banditi, sottoposti a leggi eccezionali, gli uni come nemici del genere umano, gli altri come nemici dello Stato, nemici della religione, della famiglia, dell’ordine sociale. E, malgrado tutte le persecuzioni, anzi addirittura direttamente favoriti da esse, si fanno innanzi entrambi vittoriosamente, irresistibilmente. Trecento anni dopo il suo sorgere, il cristianesimo è riconosciuto religione di Stato dell’impero romano, e, in appena sessanta anni, il socialismo si è conquistato un posto che egli gli assicura assolutamente la vittoria”. Questo parallelo è in complesso giusto, certo con alcune limitazioni: il cristianesimo si può appena chiamare una religione degli schiavi, per essi non ha fatto nulla. D’altra parte, la liberazione dalla schiavitù, che il cristianesimo annunciava, era all’inizio molto materiale, pensata in questo mondo, non nel cielo. Ma questa ultima circostanza aumenta ancora la somiglianza con il movimento operaio moderno. Engels continua: “Il parallelo tra i due fenomeni storici si impone già nel medioevo, con le prime sollevazioni di contadini oppressi e soprattutto di plebei cittadini… Tanto i comunisti rivoluzionari francesi quanto specialmente Weitling e i suoi seguaci, si richiamano al cristianesimo primitivo, già molto tempo prima che Ernest Renan dicesse: se volete farvi un’idea delle prime comunità cristiane, esaminate una sezione locale dell’Associazione internazionale dei lavoratori. L’ameno scrittore francese, che, sulla base di uno sfruttamento della critica biblica tedesca, senza esempi perfino nel giornalismo moderno, confezionò il romanzo sulla storia della chiesa, ‘Origines du Christianisme’, non sapeva nemmeno quanta verità si trovasse nelle surriferite parole. Vorrei proprio sapere quale vecchio “internazionalista” può leggere la così detta seconda lettera di Paolo ai corinzi senza che gli si riaprano, almeno sotto un riguardo, vecchie ferite”. Engels segue poi ancor più particolareggiatamente il confronto fra il cristianesimo e l’Internazionale, ma non esamina l’ulteriore corso dello sviluppo del cristianesimo e del movimento operaio” ((1) Marx ed Engels, Sulla religione, 1969) (pag 417-418) [Karl Kautsky, L’origine del cristianesimo, 1970]
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- Articolo pubblicato:4 Dicembre 2012